Mostra didattica

(disponibile presso il Cestim)

Macaronì e vu' cumpra'

Teti Editore, Milano 1995

Emigrazione e immigrazione nella storia della società italiana

(a cura di Emilio Franzina)

UNA MOSTRA PER CAPIRE

L'Italia, un paese che si è per più di un secolo caratterizzato come uno dei massimi esportatori di forza lavoro, è diventato oggi un paese di accoglienza.

La nostra emigrazione, diffusa in ogni parte del mondo, assunse caratteri di massa negli ultimi decenni dell'Ottocento. Furono ventisette milioni gli italiani che lasciarono il nostro paese, quanti cioè ne contava l'intera penisola all'atto della sua unificazione politica nel 1861.

Secondo i dati ufficiali del Ministero degli Interni, il 31/12/1994 gli extracomunitari erano in Italia 781.129. Una stima realistica indica il numero complessivo degli extracomunitari, tra regolari, irregolari e clandestini, intorno al milione, tenendo presente che il dato sopracitato comprende anche gli extracomunitari provenienti da paesi industrializzati come Stati Uniti, Giappone e Svizzera.

Si tratta, dunque, di un fenomeno le cui modeste dimensioni, dimostrano l'irresponsabilità e il cinismo di quanti mirano a diffondere l'allarmante "sindrome dell'invasione" al solo scopo di alimentare rifiuto e ostilità nei confronti degli extracomunitari ed istigare soprattutto i giovani ad atti di violenza, sempre più frequenti.

Nè va dimenticato che gli extracomunitari (impiegati nei lavori più umili, pesanti e nocivi, che i disoccupati italiani spesso rifiutano) producono ricchezza per il nostro paese e quando non sono costretti al lavoro nero, pagano tasse e, con le trattenute in busta paga, contribuiscono al pagamento delle pensioni sociali.

Intitolata con i termini macaronì (con cui venivano indicati i nostri connazionali immigrati in Francia dalla fine del secolo scorso) e vu' cumpra' (con una significativa generalizzazione, indentifichiamo lo straniero con la categoria più emarginata), la mostra macaronì e vu' cumpra', si basa sulla convinzione che la conoscenza delle vicende della nostra emigrazione, genera atteggiamenti aperti e comprensivi nei confronti degli immigrati. Macaronì e vu' cumpra' offre un'analisi comparata delle varie esperienze migratorie che hanno interessato l'Italia. In ciascun pannello si intrecciano i vissuti collettivi degli extracomunitari e degli emigranti italiani e vengono messe a confronto tematiche particolari di cui sono evidenziate analogie e specificità.

Il futuo multietnico della società italiana si potrà compiere senza traumi, solo attraverso la conoscenza: conoscenza degli "stranieri" che arrivano in Italia e della loro cultura, ma anche conoscenza di noi stessi, delle vicende dei nostri emigranti e dei loro incontri con popoli diversi.

In questa prospettiva, la Mostra macaronì e vu' cumpra' e il catalogo che la completa e ne approfondisce le tematiche, diventa strumento di quanti sono impegnati a combattere pregiudizi e manifestazioni di intolleranza xenofoba e razzista.

 

PERCORSO ESPOSITIVO, ELENCO PANNELLI

Presentazione

  1. Movimenti emigratori: gli antefatti. L'emigrazione di massa dall'Italia fu preceduta dalla mobilità pendolare dalle regioni alpine e appenniniche e da spostamenti interni a carattere stagionale.
    Solo con l'accentuarsi della crisi internazionale, intorno agli anni '73-'74, i flussi verso l'Italia diventano consistenti.
  2. La prima fase dell'emigrazione: i precursori. Nei primi decenni dell'ottocento si delinearono le zone geografiche di maggior deflusso dall' Italia e le attività cardine di una emigrazione sempre più rilevante.
    Sono gli immigrati cinesi i primi ad arrivare in Italia, nel periodo fra le due guerre. Negli anni Settanta giungono le prime domestiche straniere.
  3. Le radici sociali dell'emigrazione di massa. Lo sviluppo della rivoluzione industriale e la trasformazione capitalistica dell'eco-nomia mondiale, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, provocano in tutta Europa movimenti migratori di massa. L'emigrazione italiana è rivolta prevalentemente verso l'Europa, ma vi sono momenti in cui si fanno assai robuste anche le correnti dirette oltreoceano.
  4. Il mestiere dell'emigrante. Nell'arco di oltre cent'anni quasi ogni genere di lavoro o di attività è stato praticato dagli emigranti italiani.
    Accanto alle componenti più povere ed emarginate, decine di migliaia di stranieri si sono inseriti nel mondo produttivo. inserendosi nei posti lasciati vacanti dalla manodopera italiana.
  5. Guide e letteratura. Dagli anni Sessanta dell'ottocento furono pubblicati guide e manuali per emigranti. Fu però nella letteratura che l'emigrazione ebbe maggiore risonanza. I romanzi, le poesie, assieme agli studi di sociologi, demografi e storici, costituiscono ormai un patrimonio consistente sulla realtà immigratoria del nostro Paese.
  6. Il mito della terra promessa. Ogni grande movimento emigratorio si alimenta di aspettative e di miti che prendono corpo nella fantasia e nell'immaginario dei suoi protagonisti.
    Rispetto agli "antichi" emigranti italiani che si figuravano l'America come "paese di Cuccagna", molti degli odierni immigrati potenziali del Terzo Mondo credono nel mito di un'Italia ricca e felice, aperta e disponibile.
  7. Viaggi e i luoghi: la partenza. La decisione di partire venso paesi lonrani, di lingua e cultura diverse dalla propria per l'emigrante è un atto di intraprendenza e di coraggio. Insidie e difficoltà segnano ancora la scelta di emigrare e il viaggio, quando non avvenga in clandestinità, presuppone indebitamenti e raggiri da parte di agenti reclutatori.
  8. I viaggi e i luoghi: la traversata. La traversata oceanica a bordo di vascelli poco adatti non fu mai un passaggio indolore. Non a caso vennero chiamare "Navi di Lazzaro" molte navi dei nostri emigranti.
    L' immigrazione nel nostro Paese non è mai un fatto meramente individuale, la stessa nostra normativa (contratto su chiamata) presuppone un legame precedente
  9. Arrivi: il primo impatto. Come il momento del distacco, anche quello del primo contatto con le nuove ter-re di destinazione è carico di sensazioni ed emozioni che la fotografia non riesce a rendere nella loro pienezza.
    Gli immigrati al primo arrivo non trovano in Italia nessuna vera struttura di accoglienza. La prima assistenza è lasciata alla buona volontà di agenzie di matrice religiosa o sindacale.
  10. Le lettere degli emigranti. Nell'emigrazione un ruolo assai importante è svolto dalle forme della comunicazione tra chi parte e chi rimane. Nel trasmettere notizie di sé e della loro nuova situazione, gli emigrati influenzano le scelte di quanti decideranno di imitarli oppure no. Il mantenimento dei legami con i paesi di provenienza e le famiglie spezzate era affidato a lettere, oggi, a telefonate e all'invio di messaggi registrati.
  11. L'emigrazione nella cultura popolare. Il fenomeno migratorio si esprime attraverso gli schemi della cultura popolare. Numerosi sono i canti che, attingendo alla tradizione folkloristica, descrivono i sogni o i cupi presentimenti dell'emigrante.
    Lo straniero sradicato dalla comunità di origine, per adattarsi al nuovo contesto sente il bisogno di conservare la sua cultura d'appartenenza e le sue tradizioni.
  12. La realtà urbana. I principali insediamenti dell'emigrazione italiana erano quelli delle città, dove si concentravano le attività produttive. Il problema abitativo era quello più drammaticamente sentito dagli immigrati.
    Anche oggi il mercato delle abitazioni nelle grandi metropoli italiane costringe molto spesso gli stranieri a vivere in condizioni di estrema precarietà, incolpati perciò di stili di vita poco decorosi e non igienici. I
  13. L'emigrazione al femminile. L'emigrazione, trasformandosi in fenomeno di massa, finisce per interessare un numero crescente di donne italiane che seguono i capifamiglia. La forte presenza femminile costituisce una caratteristica dell'emigrazione verso l'Italia fin dagli inizi, a differenza di quanto successo in altri paesi europei. Nel 1992 il 45% degli stranieri nel nostro Paese erano donne.
  14. Vecchie e nuove frontiere. Molti emigranti italiani presero parte, intorno alla fine dell'ottocento, all'ultima fase della colonizzazione agricola delle Americhe. Spesso la manodopera im migrata dovette accettare patti onerosi e situazioni sfavorevolissime, come avvenne nello Stato di San Paolo, nelle famose fazendas del caffè, dove affluirono alcuni milioni di braccianti ridotti non di rado a sostituire gli schiavi di colore emancipati.
  15. Miniere e ferrovie. Stabilire una gerarchia delle attività lavorative svolte dagli emigranti italiani non è possibile. Per decenni lo scavo in miniera e la costruzione di linee ferroviarie assorbirono a lungo una notevole quota parte di emigrati.
    Gli stranieri attualmente inseriti nel mercato del lavoro, in Italia, sono 304.000 e sono molte le fonderie, concerie, marmerie e industrie chimiche che hanno manodopera straniera non riuscendo a reperirne di locale. Al Sud gli immigrati, per lo più irregolari, lavorano come braccianti nei campi, nell'edilizia o nella industria della pesca.
  16. Incidcnti e morti su lavoro. Tra le conseguenze immediate del lavoro svolto dai nostri emigrati, spesso in situazioni produttive a rischio, vi furono sempre gli incidenti e le malattie professionali.
    Il peso degli infortuni sul lavoro, sovente anche gravi, tra gli immigrati stranieri in Italia tanto è elevato quanto poco conosciuto e quantificato ufficialmente
  17. Linciaggi e intolleranza xenofoba. Nelle terre di arrivo gli emigrati italiani furono costretti a misurarsi, inermi eindifesi, con tutte le forme dell'intolleranza xenofoba. Con impressionante regolarità, gli italiani si trovarono vittime di violenze gratuite, di "cacce all'uomo", di cruente ritorsioni.
    La marginalità, che spinge molti stranieri nei circuiti illegali dello spaccio di droga e della prostituzione, viene usata per legittimare discriminazioni e aggressioni dai fautori di una loro espulsione dall'Italia e del blocco assoluto dell'immigrazione.
  18. Patronati e strutture assistenziali. Molte associazioni, in Italia e nei paesi di arrivo, si assunsero il compito di difendere gli emigranti dagli abusi ricorrenti (raggiri, cambi di destinazione, ecc.).
    I principali punti di riferimento per la tutela degli immigrati sono la Caritas e il volontariato cattolico, nonché i sindacati, che si occupano anche dell'istruzione e dell'apprendimento della lingua italiana.
  19. Emigrazione e movimento operaio e socialista. L' emigrazione all'estero creò serie difficoltà al nascente movimento operaio e socialista sia in Italia che fuori d'Italia perché spesso gli emigrati erano costretti a vestire i panni dei crumiri.
    La scarsa partecipazione degli immigrati stranieri alle iniziative del movimento operaio e sindacale italiano è causata da difficoltà linguistiche, cultutali e religiose.
  20. I processi di assimilazione. I processi di adattamento, di progressiva integrazione e infine di assimilazione degli italiani emigrati nelle culture e nella vita economica, sociale e politica dei paesi ospiti variarono a seconda dei tempi e dei luoghi. Il dibattito sul significato di assimilazione" e/o di 'integrazione" è ancora aperto nella società italiana.
  21. Le migrazioni interne tra le due guerre. Il grande movimento emigrarono verso l'estero, non arrestò i flussi che rimescolarono all'interno dell'Italia le popolazioni urbane e rurali in cerca di lavoro, come testimoniano gli spostamenti interni di popolazioni anche durante il ventennio fascista.
  22. L'emigrazione politica. L'emigrazione in Francia diventò negli anni Trenta politica ed economica insieme, mescolando gli esuli antifascisti con i semplici operai più o meno politicizzati. Numerosi sono gli immigrati che hanno lasciato il paese di origine a causa di guerre civili, di scontri fra etnie e per motivi di persecuzione politica e religiosa.
    In Italia gli stranieri con status di rifugiati sono circa 11.000.
  23. Storie dimenticate. La storia dell emigrazione italiana non si esaurisce all'interno dell'Europa e dell'America fra Otto e Novecento. Per mille rivoli, infatti, l'emigrazione raggiunse con alcuni suoi protagonisti luoghi impensati e non toccati dall'esodo di massa.
  24. Di nuovo l'America. L'Italia uscita prostrata dalla sconfitta si riscoprì paese d'emigrazione, e molti giovani, tornarono a guardare in direzione dell'America. Ma le ultime leve dell'emigrazione americana si trovarono a ripercorrere un cammino irto di difficoltà e spess odi amare disillusioni.
  25. L'emigrazione europea degli anni Cinquanta. L' ultima fase di emigrazione dall'Italia avvenne all'indomani del 1948 Protagonisti ne divennero, ancora una volta uomini e donne di estrazione per lo più rurale, ma destinati a trasformarsi in forza lavoro industriale soprattutto nelle grandi fabbriche tedesche e svizzere.
  26. L'emigrazione del boom: l'altra faccia del miracolo. Alla fine degli anni Cinquanta, con le trasformazioni generate dal boom economico, inizia una fase di massiccia immigrazione interna che si protrarrà fino agli anni Settanta: milioni di persone si spostano dal Sud verso le città industriali del Nord, incontrando intolleranza e razzismo come le precedenti generazioni emigrate all'estero.
  27. I movimenti migratori in Italia: dati e regioni. Intorno alla fine del secolo scorso l'emigrazione italiana, da prevalentemente temporane, diviene permanente e molto spesso transoceanica. Ai vertici delle correnti migratorie si trovavano il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, la Campania, la Calabria e la Sicilia.
    La distribuzione sul territorio nazionale degli stranieri è riconducibile alle necessità occupazionali delle diverse regioni (le più alte concentrazioni si registrano in Lombardia e Lazio).
  28. Gli Immigrati e la famiglia. La migrazione cambia profondamente il modello di coppia e di coniugalità. I ricongiungi menti familiari e i matrimoni misti sanciscono il passaggio da una immigrazione di transito, alla stabilizzazione, costituendo un'ulteriore articolazione del fenomeno migratorio nel nostro Paese con notevoli implicanze. Sulla base di dati forniti dall'Istat, sono 10.500 i matrimoni misti celebrati in Italia.
  29. I bambini. Immigrati minori stranieri, in aumento nel nostro paese, sono i figli delle comunità più radicate. Le comunità al cui interno vi sono minori sono circa un centinaio, quelle in cui è più alta l'incidenza di bambini sono le comunità egiziana, marocchina, tunisina, salvadoregna, brasiliana, argentina (America latina).
  30. L'immigrazione e il problema della casa. Il problema dell'abitazione per gli immigrati va collocato all'interno della questione complessiva delle abitazioni e la sua soluzione va ricercata contestualmente alla soluzione per i cittadini italiani. Il permanere del disagio abitarivo fa sì che l'accesso alla casa sia fonte di conflitti fra autoctoni e immigrati.

 

DESCRIZIONE DATI TECNICI E MODULO DI PRENOTAZIONE

Descrizione dati tecnici

La Mostra è composta di 31 pannelli dello stesso formato (cm 88 x 64). Nell'allestimento Cestim questi vengono esposti in 5 o 6 strutture modulari solide (m 1 x 2 di base, m 1,70 di altezza). Si richiede una superficie espositiva di almeno 70/80 mq (può essere una galleria, un atrio di scuola, una palestra, un'aula magna...). Deve trattarsi comunque di uno spazio coperto, protetto e custodito.

 

Modulo di prenotazione Mostra Macaronì e Vu' cumpra' (allestimento Cestim)

Spett. Direzione del Cestim - Fax 045/8035075

Il sottoscritto / La sottoscritta

......................................................................................................................................................

N.di tel. ............................................................ N.di fax .................................................

O su incarico dcll'Amministrazione Comunale di ......................................................................................................................................................

Assessorato O alle Politiche sociali O all'istruzione O alla Cultura

O altro: .................................................................................

O a nome e per conto dell'Associazione /Organismo /Ente /Scuola /Parrocchia

......................................................................................................................................................

chiede di essere contattato/a per la prenotazione della Mostra e gli opportuni accordi per il noleggio e l’allestimento).

Orientativamente il periodo preferito per l'allestimento sarebbe il seguente:

ipotesi A: dal ..................... al.............................

ipotesi B: dal ..................... al ............................

ipotesi C: dal ..................... al.............................

Cordiali saluti.

data: ................................ Firma .........................................