PRINCIPALI QUESTIONI IN MATERIA DI APPLICAZIONE DEL T.U. SULL'IMMIGRAZIONE E DEL DECRETO FLUSSI

Cari amici, credo che in questi giorni si stia giocando una partita fondamentale riguardo alla politica di immigrazione in Italia. Riguarda la questione dei flussi per lavoro e, in particolare, quelli per ricerca di lavoro. Da anni tutti sosteniamo che l'incontro diretto - in Italia - tra domanda e offerta di lavoro e' un elemento imprescindibile per il funzionamento dei meccanismi di immigrazione. Per questo motivo, abbiamo sempre segnalato come il prevedere (come e' stato fatto per tredici anni) solo ingressi su chiamata nominativa da parte di un datore di lavoro fosse la principale causa dell'immigrazione illegale. Abbiamo fatto cioe' notare - lo dico per quanti si fossero messi in ascolto solo ora - come nessun datore di lavoro assumerebbe "al buio" un lavoratore ancora residente all'estero. La nuova legge prevede, accanto all'ingresso per chiamata nominativa, anche quello "per inserimento nel mercato del lavoro" (cioe' per ricerca di lavoro sul posto), previa sponsorizzazione (o auto-sponsorizzazione) del lavoratore in cerca di lavoro. Il decreto flussi da pochi giorni in vigore contempla queste possibilita'. Si puo' obiettare, nel darne una valutazione, che prevede quote troppo striminzite, ma non che non le preveda. Niente impedisce, poi, che, esaurite rapidamente queste quote, si ponga mano a un secondo decreto, nel corso dell'anno. Sara' allora chiaro a tutti come condizione necessaria perche' non si ritorni tristemente al vecchio regime di sola chiamata nominativa e' che il nuovo meccanismo della sponsorizzazione e - trascorsi sessanta giorni - quello, nuovissimo, dell'auto-sponsorizzazione si rivelino funzionanti ed efficaci. Su questo si gioca la battaglia. Ci sono elementi (quali la fideiussione da stipulare ai fini della sponsorizzazione e la dimostrazione dei requisiti relativi all'alloggio) che possono risultare inceppati da difficolta' burocratiche. Tra qualche giorno dovrebbe essere disponibile il vademecum preparato dai ministeri competenti (se ne parla nella circolare del Capo della Polizia), che spiega a uffici e utenti (finalmente con le stesse parole) quali sono i passi da compiere per l'ingresso in Italia di un lavoratore straniero. C'e' pero' da aspettarsi che le cose non funzioneranno in modo uniforme in tutta Italia. Vi inviterei, quindi, a far pervenire ai ministeri la segnalazione di difficolta' o di disfunzioni. Inutile dirvi che provvedero' a girare e diffondere le segnalazioni che dovessero arrivare a me. A questo scopo, tuttavia, il contributo degli organismi nazionali (Caritas, Migrantes, sindacati, Rete Antirazzista, etc.) risulterebbe incomparabilmente piu' efficace. Intanto, mi arriva notizia, dal Marocco, che un'istanza di sponsorizzazione, presentata a Grosseto, e' andata a buon fine in tempi brevissimi. Questo puo' significare che a Grosseto hanno saputo superare in modo ottimale tutti gli ostacoli di cui vi dicevo. Se qualcuno di voi fosse in grado di fornire notizie in merito farebbe cosa utilissima a tutti: si potrebbe chiedere di far adottare quegli stessi comportamenti alle amministrazioni delle altre province. Cordiali saluti sergio briguglio

caro Sergio, >a Bologna pare filare tutto liscio per le richieste di sponsorizzazione, nel >senso che la Questura ha affisso un modulo contenente l'indicazione dei >documenti che servono per la richiesta di autorizzazione >(domanda con marca da bollo di £. 20.000 - fidejussione (vedi modelli >"Maritati") - contratto d'affitto registrato o rogito di compravendita e >certificato di idoneità igienico-sanitaria (sul quale esprimo perplessità ma >conviene chiederlo) - stato di famiglia - carichi pendenti + certificato del >casellario giudiziale - copia del passaporto dello straniero - indicazione >della rappresentanza diplomatica o consolare alla quale si intende chiedere >il visto). > >Personalmente ne ho presentata una per conto di un cittadino italiano e in >pochissimi giorni la pratica è stata istruita e inviata al Ministero. Non so >dirti i tempi del rilascio effettivo, mi informo e poi ti dico. > >Per quanto riguarda la fidejussione non mi pare ci siano molti problemi; la >persona che ho seguito è andata in banca, ove ha portato il modello e >l'hanno rilasciata subito. >I certificati penali, invece, sono stati rilasciati in tre giorni. > >Ti invio, se serve a qualcuno, un modello di domanda. > >Secondo me, tuttavia, il vero problema sta nella scarsa attivazione della >sponsorizzazione, nel senso che credo molti non la conoscano (allora bisogna >trovare il mezzo di diffonderla: le associazioni, soprattutto sindacali, >potrebbero affiggerre quei bei cartelloni dell'epoca della sanatoria >"Martelli".....). >Il rischio è che se le domande saranno poche, questa procedura non sarà pià >avviata seriamente, vale a ditre con numeri concreti. > >Un altro problema. >Ti risulta che le espulsioni siano aumentate dopo l'emanazione del decreto >flussi?

ro Sergio e cara Nazzarena, >penso che un problema grosso che rischia di limitare molto líaccesso alle >procedure per la sponsorizzazione sia il fatto che per fare la fideiussione >si debbano avere tutti e 10 i milioni in banca e vincolarli finchË la >persona "sponsorizzata" non trova lavoro. > >Non pare possibile, cioË, fare una fideiussione basandosi ad es. su un >contratto di lavoro stabile del garante ... Almeno cosÏ mi hanno detto nella >mia banca, e ho sentito anche altri casi qui a Torino. >Funziona cosií dappertutto? > >Anchíio penso che sia davvero fondamentale far funzionare questo canale di >ingressi ma da una parte non so quanti riusciranno a soddisfare le >condizioni economiche e dallíaltra mi sembra anche che i grossi enti (ad es. >la Cartias) siano molto cauti ...

da una telefonata all'ABI sull'argomento sollevato nel messaggio di Elena Rozzi,si apprende che vincolare 10 milioni sul conto non è una prassi generalizzata, ma viene chiesta quando le garanzie offerte dal cliente appaiono non rilevanti. Resta da vedere cosa si intende per garanzie rilevanti.

1) Rinnovo del permesso per attesa occupazione. a) Questo tipo di permesso non e' previsto ne' dal Testo Unico ne' dal Regolamento. Poco male che sul permesso per lavoro subordinato sia stampigliata la'espressione "attesa occupazione", ma questo non deve alterare le caratteristiche del permesso, ne' i diritti del titolare. Stiamo inviando una lettera a Masone al riguardo. b) A prescindere dal nome, ai fini del rinnovo del permesso per lavoro subordinato dello straniero disoccupato valgono le disposizioni del comma 9 dell'art. 22 del T.U. e del comma 4 dell'art. 37 del Regolamento: alla scadenza naturale, il permesso e' rinnovato - anche in fase di disoccupazione - fino al limite di un anno dall'ultima iscrizione nelle liste di collocamento (ovviamente, se tale limite e' posteriore alla data di scadenza del permesso). Trovato, nel frattempo, lavoro, lo straniero ottiene un permesso della durata prevista dall'art. 36, comma 3, del Regolamento. Non trovandolo, alla nuova scadenza del permesso lo straniero deve lasciare l'Italia. In definitiva, e' legittima la richiesta di dimostrazione di un rapporto di lavoro se ci si trova di fronte a tale ultima scadenza. 2) Conversione in permesso per lavoro autonomo. La richiesta, ai fini della conversione da lavoro subordinato (poco importa se la chiamano "attesa occupazione") a lavoro autonomo, della dimostrazione dei requisiti di reddito mi sembra fondata (art. 14 del Regolamento e art. 26 del Testo Unico). Il reddito e' surrogabile con garanzia - da prestarsi, immagino, con adeguata fideiussione, in analogia con quanto previsto per le garanzie ex art. 23, comma 4, Testo Unico. Ai fini della dimostrazione del reddito e' rilevante l'art. 13, comma 2 del Regolamento, che qui riporto: "Ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno, fermo restando quanto previsto dall'articolo 22, comma 9, del testo unico, la documentazione attestante la disponibilità di un reddito, da lavoro o da altra fonte lecita, sufficiente al sostentamento proprio e dei familiari conviventi a carico può essere accertata d'ufficio sulla base di una dichiarazione temporaneamente sostitutiva resa dall'interessato con la richiesta di rinnovo." Sono estremamente scettico sul fatto che un reddito (che corrisponde a un flusso di risorse) possa essere dimostrato mediante l'esibizione di un risparmio (che puo' essere frutto di un prestito a usura...). Credo che la disposizione sopra riportata meriti di essere invocata piu' spesso. Quanto all'ammontare, l'importo non fa riferimento, per il lavoro autonomo, all'assegno sociale, ma alla soglia per l'esenzione dal ticket (se non sbaglio, 16 milioni annui, il doppio circa dell'assegno sociale). Il riferimento, poi, all'importo dell'assegno sociale dimezzato si applica solo per gli ingressi per inserimento nel mercato del lavoro "senza sponsor" (art. 23, comma 4). Il requisito del reddito mi sembra - per come sono scritti Testo Unico e Regolamento - applicabile all'accesso ad attivita' di lavoro autonomo anche "dall'Italia", non solo ai nuovi ingressi. La ratio - discutibile - e' che chi vuole svolgere lavoro autonomo non deve gravare oltre misura sulla Sanita', e quindi lo accetto solo se ha un reddito tale da non consentirgli l'esonero dal ticket. Non si tiene conto del fatto che il lavoro diventa sempre piu' "autonomo", e che si tratta spesso di attivita' di piccoli servizi, utilissime anche quando non danno luogo a rapporti di lavoro subordinato stabile. La colpa pero' non e' solo di chi ha scritto legge e regolamento:

> Sulla circolare n°300 del 14/03/2000 del capo della polizia Masone si >sostiene che i permessi di soggiorno in vigore per turismo etc. possano >essere cambiati in permesso di soggiorno per lavoro autonomo. Il >permesso di soggiorno o altro che non consente svolgimento di un'attività >lavorativa, da quale data deve essere in vigore ?

Qualsiasi.

> Coloro che possono usufruire di questo permesso, rientrano nelle quote >dei 2000 per lavoro autonomo ? Oppure rientreranno nel numero residuo >quando saranno passati 60 giorni ? La questura di Prato sostiene che >rientrano nel residuo.

Rientrano nei 2000. Non esistono disposizioni perche' vengano esaminate prima le istanze dall'estero.

> Chi fosse interessato ad ottenere un permesso di soggiorno per lavoro >autonomo dove si deve rivolgere? All'ufficio provinciale del lavoro o >alla camera di commercio ? La questura di Prato sostiene che i >documenti si fanno direttamente all'ufficio provinciale del lavoro.

Direi che deve rivolgersi alla Camera di Commercio o all'Ordine competente (o all'Autorita' preposta alla tenuta dell'Albo professionale) per ottenere il nulla-osta all'iscrizione nell'albo e l'attestazione sul possesso delle risorse economiche necessarie. Fanno eccezione i casi di attivita' autonoma non coperta da albo e i soci di cooperative. Per questi, se capisco bene, certi requisiti devono essere verificati direttamente dalla questura. Conto di darvi, in merito, informazioni piu' precise fra qualche giorno. Deve poi rivolgersi alla Direzione Provinciale del Lavoro per ottenere l'attestazione che la sua domanda non eccede la quota fissata dal decreto. Quindi, in questura per la richiesta di conversione del permesso.

A Padova, l'Ispettorato del lavoro accetta le richieste di autorizzazione ex art. 22 D. Lgs 286/98, e provvederà al loro rilascio non appena saranno disponibili le quote. Viene rispettato l'ordine di presentazione delle domande, anche se presentate prima dell'entrata in vigore del decreto flussi. Sempre a Padova la modulistica è leggermente diversa da quella del '99, L'Ispettorato ha predisposto dei modelli che, comunque, sostanzialmente ricalcano gli stessi dell'anno precedente. Contengono un maggior numero di dati quelli per i contratti di lavoro che devono essere sottoscritti ed allegati alla richiesta di autorizzazione. Comunque tali modelli, anche se predisposti dagli uffici di Padova, sono stati accettati dagli Ispettorati del lavoro di Treviso, Rovigo e Belluno.