Nota introduttiva
Questo dossier riporta in estrema sintesi le conclusioni di un lavoro più ampio di tesi* sulle rappresentazioni dell’immigrazione che scaturiscono dalle diverse fonti, istituzionali e non, che finora hanno fornito dati. Dati che sono stati utilizzati a volte in maniera corretta, a volte con sprovvedutezza nella capacità di analisi, a volte con faziosità.
Per fonti istituzionali intendiamo tutti quegli uffici della Pubblica Amministrazione, dei Ministeri ecc. che, nell’erogazione di servizi o nell’espletamento di pratiche burocratiche (rilascio di documenti ecc.), previste dalla legge, raccolgono più o meno sistematicamente informazioni, in generale, sui tutti i cittadini e, nella fattispecie, sui cittadini stranieri.
Per fonti non istituzionali invece ci riferiamo a tutte quelle agenzie, associazioni, enti che, nel fornire servizi su libera iniziativa a favore degli immigrati, realizzano banche dati sulla propria utenza straniera.
Nella lettura dei dati sarebbe opportuno che tutti usassero criteri omogenei sia nel definire l’immigrato, che si vuol descrivere, sia nel valutare l’attendibilità delle fonti. Si dovrebbe essere almeno d’accordo nel tener conto dei seguenti elementi:
- per popolazione immigrata si intende quella composta dagli stranieri presenti sul territorio italiano e veronese che hanno lasciato il proprio paese di origine (in genere paesi in via di sviluppo o ad economia di transizione, paesi dell’Est) in relazione a forti fattori di espulsione, economici e politici, e di attrazione (differenziali di reddito e di qualità della vita dei paesi sviluppati). Si tratta dell’immigrazione intesa in senso sociologico. Essa non va confusa con la componente di stranieri che si sono insediati in Italia provenendo dall’Unione Europea o dai paesi a sviluppo avanzato (ad es. Svizzera, Usa, Canada).
- nell’ambito della popolazione immigrata ci sono i regolari, cioè stranieri con permesso di soggiorno in corso di validità, gli irregolari che erano in condizioni di regolarità prima della scadenza del permesso di soggiorno e i clandestini che sono entrati in Italia eludendo le autorità di frontiera. Gli irregolari e i clandestini non sono statisticamente rilevati dalle fonti istituzionali, se non in occasione delle regolarizzazioni (es. quella del decreto Dini) oppure, nel caso degli irregolari, quando non vengono cancellati immediatamente dall’elenco dei titolari di permesso di soggiorno. Solo da alcune fonti non istituzionali che offrono servizi di assistenza (Caritas, Cesaim ecc.) possono essere ricavate stime attendibili.
- le fonti istituzionali che producono dati sull’immigrazione lo fanno solitamente per scopo amministrativo e non statistico; quindi presentano tutta una serie di limiti di sovrarappresentazione (duplicazione di registrazioni, mancate cancellazioni ecc.), ma anche di sottorappresentazione per quanto riguarda la componente irregolare e clandestina. Il dato sui permessi di soggiorno, fornito dalle Questure e dal Ministero dell’Interno e utilizzato solitamente come indicatore di presenze, è risultato in molti casi superiore anche del 30-40 per cento all’effettiva realtà, come è stato fatto rilevare dall’ISTAT, che dal ’91 al ’94 ha cercato di rilevare gli errori di calcolo dovuti a duplicati di registrazione, permessi scaduti, trasferimenti ecc.
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Con questo dossier vengono presentate 14 SCHEDE contenenti ciascuna una o più tabelle con un semplice grafico esplicativo. A fronte di ogni scheda è riportato un commento sintetico introdotto da una domanda relativa all’aspetto trattato.
Le varie fonti prese in considerazione ci forniscono ognuna una rappresentazione parziale della realtà dell’immigrazione. E’ necessario alla fine ricomporre tutti gli aspetti analizzati per ottenere uno sguardo d’insieme il più corretto possibile.
Gli aspetti considerati riguardano:
- la presenza: quanti sono gli immigrati effettivamente presenti a Verona? Attraverso l’analisi ragionata dei dati della Questura e delle Anagrafi dei Comuni e delle Ulss abbiamo ricostruito l’andamento della presenza nel medio periodo a partire dal 1990 con un’attenzione particolare ai dati più vicini a noi (dicembre ’97)
- il lavoro: quali sono le occupazioni principali degli immigrati? La presenza di immigrati su un territorio si autoregola in relazione alla richiesta di manodopera del mercato del lavoro. I dati dell’Ufficio Provinciale del Lavoro ci hanno consentito di analizzare l’andamento del mercato del lavoro durante i vari trimestri dell’anno.
- la salute: quali sono le condizioni di salute degli immigrati? I dati di un ambulatorio di medici volontari ci ha fornito indicazioni utili per sfatare pregiudizi diffusi sul fatto che gli immigrati portino malattie.
- l’istruzione: quanti sono gli alunni stranieri? Le iscrizioni nelle scuole veronesi dalle materne alle superiori sono un dato abbastanza preciso e puntuale del Provveditorato agli Studi che mette in evidenza l’aumento di minori stranieri e quindi la presenza di nuclei familiari completi.
- la religione e i bisogni sociali: gli immigrati, che vengono per lavorare, esprimono anche bisogni culturali e religiosi oltre che d’integrazione e accoglienza nella comunità locale.