Gli stranieri regolarmente presenti in Italia

al 1° gennaio 2000

 

 

I principali risultati

Sono 1.340.655 (732.669 maschi e 607.986 femmine) gli stranieri presenti in Italia con regolare permesso di soggiorno al 1° gennaio 2000. L’incremento di 250mila unità (pari al 23%) rispetto al 1° gennaio 1999 è dovuto soprattutto ai permessi definitivamente rilasciati a seguito del provvedimento di regolarizzazione del 1998 (DPCM 16/10/1998). Questo, in sintesi, è quanto risulta dall’elaborazione condotta dall'Istat sui dati forniti dal Ministero dell'Interno. Tuttavia, i dati relativi ai permessi di soggiorno consentono di individuare soltanto parte dei minori stranieri presenti nel paese; la valutazione indiretta del complesso dei minori porta a una stima di tutta la popolazione straniera regolarmente presente in Italia pari a 1 milione 520mila unità al 1° gennaio 2000.

I nuovi regolarizzati (com’è accaduto anche per il D.L. 489/95) sono originari soprattutto dei paesi dell’Europa centro-orientale dai quali provengono, nel complesso, 363mila immigrati, di cui 133mila di cittadinanza albanese. Mediamente, nel periodo 1992-1999, i cittadini dei paesi dell’Est hanno registrato un incremento annuo del 20% circa. Tuttavia, il primo paese di provenienza resta ancora il Marocco, che alla data del 1° gennaio 2000 conta 156mila immigrati.

Prosegue l’intensità dei flussi migratori per ricongiungimento familiare: dei 250mila nuovi permessi 63mila risultano rilasciati per motivi familiari. Considerando che gran parte dei 167mila nuovi permessi per lavoro presenti in archivio al 1° gennaio 2000 sono in realtà permessi di regolarizzazione, si conferma una tendenza osservata negli anni precedenti: gli ingressi per motivi familiari prevalgono su quelli per lavoro, in particolare per le comunità di più antica immigrazione come quelle dell’Africa settentrionale.

Gran parte degli stranieri sono presenti in Italia da tempo: quelli regolarmente presenti da oltre 5 anni sono infatti 678mila, (di cui 550 mila provenienti dai paesi a forte pressione migratoria) la quasi totalità dei quali potrebbe avere i requisiti per ottenere la carta di soggiorno e risiedere stabilmente sul nostro territorio.

La dinamica dell’immigrazione regolare

L’incremento del 23% della presenza straniera regolare al 1° gennaio 2000 rispetto al 1° gennaio 1999 rappresenta una crescita molto consistente. Come accennato, i permessi rilasciati in seguito

all'ultima regolarizzazione (DPCM 16/10/98) hanno fortemente contribuito a determinare il saldo positivo di 250mila unità fra ingressi e uscite nel corso del 1999.

 

Tuttavia, l’ammontare dei permessi di soggiorno risulta sempre meno adeguato a rappresentare la reale entità della presenza straniera regolare. Infatti, i minori stranieri -la cui presenza risulta crescente- vengono rilevati dal Ministero dell’Interno soltanto se in possesso di una autorizzazione individuale e non sono invece conteggiati nello stock dei permessi quando sono iscritti sul documento di soggiorno dei genitori. I minori che risultano intestatari di un permesso di soggiorno individuale sono meno di 60mila, mentre secondo i dati sulla popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2000, i cittadini stranieri minorenni iscritti in anagrafe sono circa 230mila.

Una quantificazione più attendibile del complesso della popolazione straniera regolarmente presente si può ottenere aggiungendo al numero degli stranieri adulti in possesso di permesso di soggiorno quello dei minori stranieri residenti, opportunamente incrementato per tener conto dei bambini regolarmente presenti in Italia ma non registrati in anagrafe (ad esempio, i figli di donne nordamericane coniugate con connazionali militari NATO). Pur trattandosi di valori indicativi, dalla stima emerge che al 1° gennaio 2000 gli stranieri regolarmente presenti si attestano intorno a 1milione 520mila unità.

Prosegue la tendenza di lungo periodo alla "normalizzazione" della popolazione straniera sia in relazione alla composizione per sesso, sempre meno sbilanciata verso la componente maschile, sia alla proporzione di coniugati e coniugate, con un continuo aumento soprattutto delle seconde. Elementi di discontinuità sono rappresentati dalle regolarizzazioni, poiché ne usufruiscono principalmente immigrati di sesso maschile e non coniugati. Si osservano, infatti, aumenti della percentuale di maschi e di persone non coniugate al 1° gennaio 1997 e al 1° gennaio 2000, cioè quando si manifestano gli effetti, rispettivamente, della regolarizzazione del 1995 e di quella del 1998.

L’origine etnica degli immigrati

Esaminando la composizione etnica della presenza straniera, in base al dato dei permessi di soggiorno al 1° gennaio 2000, si può constatare che, pur nella eterogeneità del fenomeno, emergono alcune aree geografiche di provenienza dei flussi migratori verso il nostro paese.

L’area geografica più rappresentata è quella costituita dai paesi dell’Europa centro-orientale (27% del totale degli immigrati). Mediamente, la presenza di immigrati dai paesi dell’Est è cresciuta del 20% l’anno. Dal 1° gennaio 1992 al 1° gennaio 2000, i cittadini provenienti dell'Europa centro-orientale sono aumentati da 86mila a 363mila. Negli anni 1993-94, le presenze sono cresciute soprattutto per effetto degli ingenti flussi di ingresso dalla ex-Jugoslavia; successivamente, anche grazie all'emersione dall'irregolarità manifestatasi in occasione delle regolarizzazioni del 1995 e del 1998, di cui hanno beneficiato in particolare albanesi e rumeni. Questi nell’ultimo anno raggiungono, insieme, quasi 200mila presenze.

I rumeni sono, fra tutti gli immigrati, quelli che hanno mostrato il maggiore incremento relativo: il 28,5% annuo nel periodo dal 1992 al 1999.

 

 

La comunità nordafricana, già assai consistente all’inizio del decennio (148mila unità), nel corso degli anni successivi ha conosciuto un incremento relativamente modesto (circa il 7%), sensibilmente al di sotto della media, con picchi in corrispondenza delle due ultime regolarizzazioni (tavola 2). Alla data del 1° gennaio 2000 raggiunge le 251mila unità (il 19% di tutti gli stranieri presenti in Italia). Marocchini e tunisini rappresentano circa l’80% dei nordafricani e superano insieme le 200mila presenze (tavola 3).

I nigeriani presentano, fra i cittadini di origine africana, il maggiore incremento nelle presenze (circa il 17% annuo). Nel complesso, i paesi dell’Africa occidentale costituiscono una comunità di 100mila individui.

I cittadini provenienti dall’Asia centro-meridionale hanno mostrato ritmi d’incremento superiori alla media (13,8%), sebbene inferiori a quelli dell’Europa dell’Est. Nel complesso gli immigrati da Sri-Lanka, India, Bangladesh e Pakistan, alla data del 1° gennaio 2000, ammontano a quasi 100mila unità.

I paesi dell’Asia orientale, sostanzialmente rappresentati da Cina e Filippine, raggiungono al 1° gennaio 2000 le 140mila unità. I cittadini provenienti dai due paesi mostrano però comportamenti nettamente differenziati: i cinesi presentano nel decennio incrementi significativi nelle presenze (circa il 17% all’anno), mentre i filippini, comunità di più vecchia immigrazione, mostrano incrementi più contenuti, inferiori alla media. Nel complesso gli immigrati asiatici al 1° gennaio 2000 sono 257mila.

 

 

Anche gli immigrati dall’America centro-meridionale costituiscono ormai una comunità consistente, vicina anch’essa alle 100mila unità, composta in particolare da peruviani e brasiliani (rispettivamente 29mila e 19mila al 1° gennaio 2000). Il Perù, a motivo del notevole numero di regolarizzazioni nel 1995, è uno dei paesi che ha subito il maggiore incremento nel decennio.

I principali motivi del soggiorno e la durata della presenza.

Le tipologie di insediamento degli stranieri seguono un percorso di graduale ma costante trasformazione. Nel corso del decennio, si è fortemente ampliato il peso dei permessi concessi per motivi familiari che attualmente rappresentano il 25% di tutti i permessi (contro il 14% del 1° gennaio 1992; tavola 4).

 

Nell’ultimo anno si registra anche un notevole incremento dei permessi di lavoro: dei 250mila nuovi permessi che si contano alla fine del 1999, infatti, poco meno di 170mila sono per lavoro, la grande maggioranza rilasciati in virtù del provvedimento di regolarizzazione del 1998, e una parte rilasciati nell’ambito della programmazione dei flussi. Tuttavia, tale sensibile aumento non altera sostanzialmente

 

 

la distribuzione dei permessi secondo il motivo del rilascio (la percentuale attribuita per lavoro aumenta di un punto percentuale passando dal 60,6 al 61,7%), segno che l’intensità dei flussi in ingresso per motivi di famiglia persiste.

I circa 63mila permessi di soggiorno rilasciati nel 1999 per ricongiungimento familiare sono da attribuire sia alle aree di antica immigrazione, come l’Africa settentrionale per la quale la quota di permessi per motivi familiari sale dal 5% al 24% (tavola 5), sia a quelle di immigrazione relativamente più recente come l’Europa orientale, per la quale la quota di presenti per motivi di famiglia cresce dal 12% al 27%. La quota più elevata di permessi per motivi familiari spetta all’America latina: circa il 37% al 1° gennaio 2000.

L’insieme degli stranieri regolari è formato per la maggior parte da persone presenti da tempo sul nostro territorio (tavola 6). Al 1° gennaio 2000, considerando i soli immigrati provenenti dai paesi a forte pressione migratoria presenti da almeno cinque anni (in totale 550mila), sono 514milaquelli che possiedono i requisiti ottenere la carta di soggiorno come previsto dal testo unico sull’immigrazione. Poiché è previsto che la carta di soggiorno possa essere richiesta anche per il coniuge e per i figli minori conviventi, l’ammontare dei potenziali aventi diritto a soggiornare e a risiedere stabilmente nel nostro paese è dunque superiore alle 514mila unità, fatta salva la sussistenza degli altri requisiti previsti dalla legge.