Scuole
Classi meticce Giovani, studenti, insegnanti nelle
delle migrazioni - a cura di E. Fravega e L. Queirolo Palmas
Carocci, 2003, 12 euro
Mattia Diletti
L'Italia è ormai una terra di immigrati
di seconda generazione, come furono prima di noi altri paesi d'Europa. Nuovo
tuttavia è il contesto storico e culturale di oggi, come nuova è
la tradizione istituzionale del paese d'accoglienza: non è un caso
che la polemica sull'hijab (con quello che comporta: dibattito sulla laicità
dello stato, sul rispetto dei diritti delle minoranze e delle donne) si
faccia in Francia e non in Italia. Classi meticce è il risultato
di una ricerca compiuta a Genova da alcuni ricercatori universitari: una
ricerca che ha lo scopo pratico di fare il punto (e presentare concrete
proposte) sull'acqusizione di saperi e competenze degli insegnanti e degli
operatori della scuola e del sociale, che per primi e senza paracadute si
confrontano con una situazione nuova. Un quadro tipicamente italiano: grandi
capacità di costruire saperi dal basso, con il rischio però
che essi vadano persi o non vengano socializzati in alcun modo. Di particolare
interesse appaiono gli interventi dei mediatori culturali appartenenti a
quattro grandi gruppi (albanesi, latinos, cinesi e arabi). L'indagine ha
infatti il merito di lasciare molto spazio alle voci dei protagonisti della
ricerca, toccando le questioni di maggior rilievo: il rapporto e i conflitti
nella famiglia, la collaborazione e lo scontro con l'istituzione scolastica,
l'immagine di sé e la visione del proprio futuro.
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