il manifesto - 01 Luglio 2003
Napoli rimedia Saviano?
Trovano sistemazione i 250 rom cacciati dalla rivolta razzista nel paese campano
MARIELLA PARMENDOLA
NAPOLI
Napoli si è attivata per dare un tetto ai duecento rom rumeni cacciati da Saviano. Il sindaco Rosa Russo Iervolino l'aveva promesso e tra sabato e domenica non ha smesso di cercare una soluzione che potesse cancellare l'episodio di razzismo avvenuto nel piccolo centro a pochi chilometri da Nola. I primi cinquanta rumeni da ieri sera non sono più accampati nelle aiuole di piazza Garibaldi: hanno buttato i cartoni usati nell'ultima settimana come materassi per i bambini, raccolto le loro poche cose e si sono trasferiti nel liceo Margherita di Savoia dove resteranno finché non si troverà una soluzione definitiva. Una destinazione messa a disposizione dal comune di Napoli che ieri ha continuato a lavorare per trovare altre due scuole adatte ad accogliere gli altri centocinquanta migranti. Che nel frattempo questa mattina, dopo l'ultima notte all'aperto, sono attesi nella parrocchia del Carmine per ricevere assistenza, una doccia e la prima colazione - una risposta urgente per scongiurare il rischio di infezioni per adulti e bambini da troppi giorni costretti a dormire e mangiare in piccole aiuole dinanzi alla stazione. «Non abbiamo superato l'emergenza, cerchiamo di mettere una toppa su un problema che non spetta a noi», ha spiegato il sindaco che non accetta, però, di mettere una toppa anche sulla gravità di quanto accaduto a Saviano nella notte tra venerdì e sabato. Un centinaio di ragazzi, capitanati da esponenti politici di centrodestra e dal parlamentare di Forza Italia Paolo Russo, hanno impedito ai duecento rumeni di stabilirsi nel campo di roulottes attrezzato dalla protezione civile. Un incendio ad una roulotte e l'aggressione all'assessore del comune di Napoli Raffaele Tecce sono stati gli argomenti utilizzati per indurre la delegazione a tornare indietro. Indisponibili ad ascoltare che si sarebbe trattata solo di una soluzione temporanea in un campo allestito in un'area di Saviano di proprietà del comune di Napoli, i manifestanti si sono opposti con la violenza, bloccando un'ordinanza del prefetto di Napoli Renato Profili senza che egli stesso si attivasse per farla rispettare. Materia della quale la Iervolino ha deciso di investire con una relazione direttamente Ciampi e il ministro dell'interno Pisanu.

Ma il forzista Russo non si annuncia affatto pentito: «Credevano di usare le nostre case come ghetto», seppure a sostenere che invece ha proprio peccato ci pensano direttamente le Acli. «Sono allibito nel constatare con quanta fierezza anche politici rappresentanti del mondo cattolico rivendichino la propria presenza nei vergognosi fatti di Saviano», commenta il presidente delle Acli di Napoli Pasquale Orlando, collegando la rivolta alla voglia di cavalcare la tigre dell'emozione popolare in vista delle prossime elezioni provinciali.