il manifesto - 07 Marzo 2003
Espulsioni omicide di migranti Governo francese sotto accusa
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
I charter per il rinvio «raggruppato» degli immigrati senza permesso di soggiorno sono ripresi, le espulsioni sono quotidiane (dopo il volo Parigi-Abidjan-Dakar di lunedì, un gruppo di cinesi è stato rimpatriato a forza mercoledì verso Hong Kong, mentre ieri mattina una sessantina di rom sono stati sloggiati dalla polizia dal loro accampamento e una parte di essi subito rimandati in Romania). Médecins du Monde, che ha un consultorio in una roulotte di fronte all'edificio dove vengono rinchiusi gli immigrati senza documenti bloccati all'arrivo all'aeroporto di Roissy, e l'Anafe (Associazione di difesa degli immigrati alle frontiere, che raggruppa varie organizzazioni) hanno denunciato ieri le condizioni di vita e le violenze che subiscono gli stranieri posti in «zona di attesa» nel principale aeroporto parigino. I due documenti sono il frutto di visite regolari e concordate con il ministero degli interni, da parte di militanti. La descrizione è drammatica: sovrapopolazione, cibo pessimo o assente, impossibilità di usare le toilettes, cosa che obbliga a fare i propri bisogni sui vassoi del pasto, impossibilità di usare un telefono, ecc.

Ma i due ultimi rapporti sono concentrati su un altro fenomeno: la violenza della polizia. Gli agenti negano, ma il ministro degli interni Nicolas Sarkozy è costretto ad ammettere almeno due casi estremi: la morte, in seguito a imbarco forzato su voli di linea, di un argentino e di un somalo, rispettivamente il 30 dicembre e il 16 gennaio scorsi. I due uomini sono morti dopo che erano stati trascinati a forza su un aereo, prima dell'arrivo dei passeggeri «normali». La pratica è la seguente: due poliziotti camminano a fianco del clandestino da espellere, che è in manette. Sull'aereo viene fatto sedere in fondo, per non attirare troppo l'attenzione degli altri passeggeri che possono protestare e quindi costringere il comandante di bordo a chiedere che venga sbarcato. Per impedire che gridi, viene obbligato a piegarsi in due sul sedile, con la testa sulle ginocchia (la bocca può essere incerottata), mentre i due poliziotti gli premono le scapole per tenerlo fermo.

I due rapporti denunciano una violenza estrema e quotidiana. «Schiaffi, calci nelle gambe o nel basso ventre, pugni in faccia, scocchi di dita nelle orecchie, manette troppo strette o uso del manganello», denuncia Médecins du Monde, che ha dei certificati medici come prova. In quelle stanze troppo piccole, dove spesso stazionano in promiscuità anche dei minorenni, le umiliazioni personali sono moneta corrente, e così gli insulti razzisti. Nel 2002, 19mila persone sono passate per la zone di attesa di un aeroporto francese (23mila nel 2001). 14mila sono state rispedite nel paese d'origine, 1.733 di loro sotto scorta perché avevano rifiutato di imbarcarsi.