il manifesto - 27 Agosto 2002
«Una Bossi-Fini anche per i rom»
LAURA GENGA
Il popolo del carroccio chiede al senatùr «un giro di vite» anche sui nomadi e avanza la bozza di una nuova proposta di legge per limitare la loro presenza sul territorio nazionale. I contenuti? Divieto di campeggio libero, sosta consentita solo nei campi attrezzati ai rom e responsabilità penale ai genitori che mandano i figli minorenni a rubare. Ad avanzare la proposta è stato Camillo Paludetto, consigliere leghista nel comune di Torre di Mosto (Venezia), ma l'idea è stata prontamente raccolta dalla Lega Nord del Veneto Orientale che ha deciso di presentarla al ministro delle riforme, Umberto Bossi, venerdì prossimo alla festa provinciale della Lega a Pramaggiore. A chiarire lo spirito dell'iniziativa, che potrebbe sembrare ispirata a garantire condizioni igienico-sanitarie dignitose ai nomadi e magari anche il diritto all'istruzione dei bambini, ci ha pensato lo stesso capogruppo leghista a Torre di Mosto. Secondo Paludetto infatti è necessario consentire la sosta dei nomadi solo in campi attrezzati dove, oltre ai servizi igienici, le forze dell'ordine hanno migliori possibilità di effettuare controlli.

La nuova proposta è nata dall'ennesimo episodio che ha «esasperato» il popolo del carroccio, già convinto che i nomadi siano i maggiori responsabili della microcriminalità e dei furti. Martedì scorso, infatti, una carovana di circa cento rom si è insediata in un'area privata urbanizzata per insediamenti artigianali nel territorio di Torre di Mosto. Troppo per Paludetto, che ha immediatamente denunciato ai carabinieri quanto accaduto. Per i nomadi non c'è stata possibilità di appello e cinque giorni dopo hanno dovuto lasciare l'insediamento, naturalmente dopo essere statai identificati dai militari. Cinque giorni in cui, a detta di Paludetti, hanno devastato la zona picchettando nell'asfalto e lasciando escrementi sparsi tutt'intorno.