Uccisi dal freddo
Firenze, due immigrati muoiono bruciati dal fuoco che avevano
acceso per scaldarsi
RICCARDO CHIARI -
FIRENZE
Ancora nel tardo pomeriggio erano senza nome. Due corpi
carbonizzati, quel che restava degli inquilini di un ex casello
idraulico nel parco delle Cascine, diventato un surrogato di casa
per immigrati e senza tetto a poca distanza dalla Scuola di
guerra aerea. Alle 4 del mattino l'allarme, dato da alcuni
residenti della zona. Dopo dodici ore i vigili del fuoco erano
sempre all'opera in via del Pegaso, impegnati a estrarre da quei
50 metri quadrati di legno bruciato e muratura anche due bombole
del gas e una stufa. "Al momento non emergono circostanze tali da
far ritenere che si tratti di un fatto doloso", dice il prefetto
Achille Serra al termine di una riunione straordinaria del
comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Di solito nei
summit delle autorità cittadine viene scritta l'agenda dei
prossimi sgomberi. Questa volta si decide di allestire al più
presto una struttura con un centinaio di posti letto, per far
fronte all'emergenza freddo fino a metà febbraio. Ma quanti
saranno i "clandestini" che accetteranno l'offerta, in una città
dove l'ufficio espulsioni rapide della questura funziona a pieno
regime da mesi?
Grazie a un documento d'identità quasi completamente bruciato,
gli investigatori pensano che una delle vittime fosse un
immigrato nordafricano. Il secondo corpo potrebbe essere di un
italiano, originario della Sardegna. Un altro dei tanti "senza
fissa dimora" che non avevano trovato rifugio nei centri di
accoglienza, quelli allestiti dal comune quando l'inverno diventa
davvero rigido. Il fatto è che i posti a disposizione sono poco
più di un centinaio, mentre i senza casa sono migliaia.
Soprattutto immigrati. Alcuni di loro sono irregolari, ma molti
altri hanno in tasca il loro bravo permesso di soggiorno, che
però non serve a niente quando si cerca una casa in affitto a
prezzi onesti.
L'accusa di don Piero Sabatini è precisa: "Oggi a Firenze
l'emergenza abitativa è 'il' problema - dice il direttore della
Caritas - e questo vale per gli stranieri come per gli italiani.
Molti extracomunitari in regola mi raccontano sempre la stessa
cosa: non trovano casa, e se la trovano si sentono chiedere
600mila lire al mese. Non per una stanza. Per un posto letto.
Queste sono vere e proprie forme di estorsione". Di fronte alla
doppia tragedia, al mattino il sindaco Leonardo Domenici va al
parco delle Cascine, e davanti alle telecamere del Tg3 regionale
dice: "Sono persone che rischiano per noi di non esistere, ma che
invece esistono eccome". Nel pomeriggio c'è anche lui al comitato
per l'ordine e la sicurezza, dove viene deciso di censire i
rifugi di fortuna in città, e controllare il loro grado di
pericolosità. Tra questi ci sono anche gli immobili dismessi
occupati dal Movimento di lotta per la casa, che proprio ieri
denunciava le intenzioni "sgomberative" di comune e forze
dell'ordine. "Grazie alle occupazioni - spiega Lorenzo Bargellini
- 200 famiglie hanno un tetto sopra la testa, ma tante altre non
sanno dove andare. Noi non ci divertiamo a occupare. Ma se non lo
facciamo, chi si preoccupa di questa gente?".
|