Immigrati, siate inglesi
TERRORISMO Londra attacca gli stranieri "troppo
diversi"
ORSOLA CASAGRANDE -
LONDRA
Il ministro degli interni David Blunkett è da ieri
nuovamente nell'occhio del ciclone. E questa volta non per la sua
proposta di legge antiterrorismo, definita "profondamente
antidemocratica e lesiva di fondamentali diritti umani e civili
dei cittadini" da gruppi come Liberties e da diversi deputati
della sinistra Labour. Domenica, in una lunga intervista concessa
all'Independent on Sunday, Blunkett ha invitato i
cittadini appartenenti alle minoranze etniche che vivono in Gran
Bretagna a "sviluppare quel senso di appartenenza fondamentale se
vogliamo costruire una società integrata". Blunkett ha
apertamente chiesto ai cittadini di origine straniera di "fare la
loro parte per assicurare che le generazioni future crescano
sentendosi inglesi".
Inevitabili le polemiche che hanno travolto il ministro che pure
assicura che non si tratta della "prova del cricket" invocata in
passato dal conservatore Norman Tebbit che equiparava il
patriottismo al sostegno per la nazionale inglese di cricket. "La
realtà è - ha cercato di spiegare Blunkett di fronte alle
critiche feroci arrivate da più parti - che bisogna essere
sensibili ma non politically correct se si vuole
costruire una società multietnica e se si vuole costruire
diversità ma non separazione. Dobbiamo dire chiaramente - ha
insistito - che non accetteremo pratiche come i matrimoni imposti
in vigore nella comunità asiatica perché non siamo disposti ad
accettare, mascherandoci dietro un falso senso di accettazione
delle differenze culturali, quello che non accetteremmo nella
nostra società. Abbiamo norme che chi viene a casa nostra, perché
di questo si tratta, deve accettare".
La reazione da più parti è stata com'era prevedibile di sgomento
prima e quindi di attacco anche frontale. L'invito agli inglesi a
"celebrare le loro radici e la loro identità" in modo da sentirsi
più forti e in grado di accogliere chi proviene da altre culture
ha suscitato la risposta del leader del partito
liberaldemocratico, Charles Kennedy, che ha sottolineato "il
pericolo di dichiarazioni come quelle di Blunkett. Le sue parole
possono essere facilmente mal interpretate e distorte
specialmente in un momento così delicato del rapporto tra
razze".
I commenti di Blunkett, che il prossimo anno presenterà un
disegno di legge sull'immigrazione e la naturalizzazione, sono
stati mal recepiti anche dagli esponenti politici rappresentanti
di città dove la presenza di abitanti non inglesi (almeno non di
origine) è molto alta. Rhiad Ahmed, vice sindaco di Oldham (la
cittadina vicino a Manchester teatro nell'estate scorsa di
violenti scontri tra comunità bianca e non bianca, scatenati dai
fascisti del British National Party) ha amaramente predetto che
"le parole di un ministro laburista verranno riprodotte nei
manifesti elettorali del British National Party". Previsione
subito rivelatasi corretta, visto che il leader del gruppo
fascista, Nick Griffin, non ha perso occasione per dire che "le
parole di Blunkett noi le andiamo dicendo da anni".
Blunkett dunque non poteva scegliere momento più delicato per i
suoi commenti e per la sua idea di "introdurre una clausola che
preveda per chi chiede la naturalizzazione in questo paese di
avere almeno una modesta conoscenza della lingua inglese". Anche
in questo caso il ministro ha assicurato che non si tratterà di
"un esame vero e proprio" ma solo di una verifica. Dopo tutto chi
chiede il passaporto inglese dovrà pur dimostrare "attaccamento
al paese e alla sua cultura e identità". Sembra che il ministro
stia anche pensando a classi di educazione civica per stranieri.
Le polemiche sono solo all'inizio e intanto in questa settimana
il ministro degli interni sarà impegnato a convincere i Lord
della validità della sua legge antiterrorismo (di cui in fondo
queste dichiarazioni sulla relazione tra razze e sulla necessità
di costruire una identità britannica comune a tutti, bianchi e
non bianchi è solo un'appendice, un secondo capitolo).
Per evitare l'ottava sconfitta alla camera dei lord, Blunkett ha
"concesso" la revisione da parte del parlamento della
legislazione, che introduce tra l'altro l'internamento senza
processo, dopo due anni e non cinque dall'entrata in vigore della
legge.
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