Orrore nel container
Otto migranti sono stati trovati morti in un porto
irlandese. Erano partiti dall'Italia
MARINA DELLA CROCE
Rantoli provenienti da un container che avrebbe dovuto
contenere soltanto mobili. Così l'autista di un camion si è reso
conto di aver trasportato otto persone, invece che mobili da
ufficio. Aperto il container ha trovato all'interno 12 uomini e
donne, e otto di loro erano già cadavere. Tra le vittime due
bambini.
Sono probabilmente morti soffocati, o forse di stenti, per un
viaggio che è durato due settimane. Si tratta probabilmente di
rumeni, e il loro è stato un viaggio allucinante. Secondo la
ricostruzione degli investigatori i container sono partiti
dall'Italia. Attraverso la ferrovia sono arrivati in Belgio.
Giovedì scorso hanno lasciato il paese dal porto di Zeebrugge,
diretti al porto di Waterford, nel sudest dell'Irlanda. Il carico
ha persino fatto una tappa intermedia a Colonia, in Germania.
Sabato mattina il conducente del camion che ha fatto la terribile
scoperta ha caricato i container sul veicolo, e soltanto dopo 60
chilometri di strada ha udito i lamenti.
I cinque sopravvissuti - tra cui un bambino e un ragazzo di 17
anni, che sembra parlare turco - sono in pessime condizioni.
Alcuni sono quasi in stato comatoso e sono stati trasferiti al
Wexford general hospital. "I responsabili del crudele traffico di
esseri umani hanno commesso una nuova atrocità sulle vittime dei
loro affari", ha commentato il primo ministro irlandese Bertie
Ahern. "Tutte le forze di polizia europee sanno dell'accaduto -
ha dichiarato John Farrelly, il portavoce della poliza irlandese
- speriamo di trovare i responsabili, e un episodio del genere
non accadrà più". Del caso si stanno occupando l'Interpol e
l'Europol. Ma anche se questa è la prima grande tragedia che
scuote l'Irlanda, la questione dell'immigrazione è un nodo non
risolto nel paese. Diventato nell'ultimo decennio un bacino di
immigrazione - dopo anni di problemi legati all'emigrazione -
l'Irlanda ha recentemente aumentato i controlli alle frontiere
per cercare di arginare le masse di migranti che cercano di
raggiungere le sue coste. Nell'ultimo periodo è stato calcolato
che circa mille persone al mese riecono a raggiungere l'Irlanda
in modo illegale. Circa la metà sono rumeni o nigeriani.
Il governo ha allestito campi per i rifugiati lungo tutto il
paese, in cui vengono rinchiuse le persone in attesa della
sentenza sulla concessione del diritto d'asilo. Ma molti casi
vengono rifiutati, con la conseguente espulsione. Il governo ha
anche cercato di fermare gli arrivi, per esempio stringendo un
accordo con la Francia che permette alla polizia irlandese di
controlare i porti da cui partono i traghetti diretti in Irlanda.
Da qui molto spesso, infatti, cercano di imbarcarsi illegalmente
intere famiglie. Con questi mezzi il governo è riuscito a
controllare con più efficacia le partenze dai porti francesi; ma
alla fine queste misure diventano soltanto un deterrente per i
viaggi più sicuri. Dimostrazione ne è la tragedia di ieri: le 12
persone hanno scelto un percorso più lungo e pericoloso - almeno
due settimane e partendo dal Belgio, dove i controlli sono meno
rigidi - ma hanno perso la vita. Alcuni politici irlandesi,
subito dopo la notizia delle morti, hanno chiesto che l'Irlanda
si impegni ad aiutare i paesi da cui partono i migranti. "Cosa
spinge i partner europei a scegliere queste misure? - ha chiesto
Avril Doyle, che rappresenta Wexford nel senato irlandese - e
perché le autorità non cercano di aiutare queste persone, prima
che diventino dei disperati?"
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