Affonda la carretta, 350 morti
E.M.
Più di 350 migranti sono stati letteralmente
inghiottiti dal mare, lungo le coste dell'Indonesia: un'altra
"nave-carretta" della disperazione è affondata ed i supersiti
sono soltanto 44. La notizia arriva da Ginevra, dove
l'International Organization for Migration ha
ufficialmente ricostruito l'ultimo episodio della lunga
sequenza dei naufragi e delle tragedie dell'emigrazione
clandestina. Il portavoce dell'Iom, Jean-Philippe Chauzy, ha
raccontato che la nave è affondata venerdì mattina. Una volta
scattato l'allarme, soltanto il giorno dopo sono stati
recuperati in mare i 44 superstiti. Lo staff dell'Iom ha
poi provveduto ad ascoltare il racconto dei naufraghi, per lo
più di nazionalità irachena. La nave aveva lasciato l'isola di
Java con 421 persone a bordo, tutti clandestini alla ricerca
di un futuro migliore del niente che si lasciavano alle
spalle. Oltre ai migranti dell'Iraq, trasportava decine di
iraniani, afghani, palestinesi ed algerini. Un viaggio come
tanti altri, in condizioni disperate con una nave in disarmo
nella speranza di riuscire ad approdare fino
all'Australia. Già il giorno dopo la partenza, in base alle
testimonianze dei sopravvissuti, il capitano ha sbarcato 21
"passeggeri" (che lo avevano richiesto) in un'isola in mezzo
al mare di Java. Quindi ha ripreso la rotta, ma in condizioni
tutt'altro che facili. Infatti, la mattina successiva il
capitano ha dovuto fare i conti con le bizze del motore.
L'avaria è coincisa con una situazione sempre più
ingovernabile: la nave, infatti, ha iniziato ad imbarcare
acqua. "Nell'arco di appena dieci minuti è affondata" ha
spiegato Chauzy. Il portavoce dell'Iom ha aggiunto altri
dettagli sul naufragio: i 44 sopravvissuti sono stati tratti
in salvo 24 ore dopo la tragedia e trasportati nella città di
Bogor a Java. In mezzo a loro, anche un bambino di appena otto
anni. Ha raccontato di aver perso ventun parenti. Un'intera
famiglia azzerata. E' rimasto solo, ha resistito fra le onde e
si è salvato per miracolo. Non ci sono invece sufficienti
informazioni per stabilire con certezza la destinazione della
nave affondata. Tuttavia i funzionari dell'Iom sono riusciti
ad effettuare una sorta di "censimento" dei 421 passeggeri. La
stragrande maggioranza era, appunto di iracheni. Ma il viaggio
li aveva accomunati ad altri migranti dei Paesi dove non c'è
futuro. Ogni anno sono migliaia i migranti che attraversano
il Sud-est dell'Asia alla ricerca di una vita migliore. Molti
arrivano dall'Oriente, già stremati da viaggi disumani prima
ancora di raggiungere il porto d'imbarco. Le navi che levano
gli ormeggi dall'Indonesia cercano, quasi sempre, di
raggiungere l'Australia che negli ultimi mesi ha deciso di
"blindare" le sue coste. Ad agosto, un cargo norvegese
aveva recuperato oltre 400 migranti da una "carretta"
indonesiana al largo di Christmas Island. L'Austrialia oppose
un secco rifiuto alla richiesta di asilo: i migranti vennero
"girati" alla Nuova Zelanda e all'isola di Nauru, sperduta in
mezzo al Pacifico. Questa volta è andata peggio.
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