Il monoteismo va in onda a
mezzanotte Rai Educational ripropone la fortunata serie "Un solo
Dio, tre verità. Musulmani, ebrei, cristiani"
IAIA
VANTAGGIATO
Saranno ordini di scuderia ma capita spesso ai
deputati di Forza Italia di perdere qualsiasi buona occasione
per tacere. O, peggio, per esprimere ovvietà sorprendenti. E
alle consegne di re Silvio non si è sottratto ieri
naturalmente neanche Ferdinando Adornato che - nel corso della
conferenza stampa con cui Rai educational ha annunciato la
nuova messa in onda di Un solo Dio, tre verità - ha
affermato: "Si può fare la pace, si può fare la guerra ma non
si può fare il terrorismo". Ora, a parte che l'espressione
"fare il terrorismo" lascia un po' interdetti soprattutto se a
pronunciarla è il presidente della commissione cultura della
camera, viene da chiedersi quando la smetteranno le legioni
governative di strumentalizzare qualsiasi occasione per
caldeggiare la partecipazione italiana all'intervento militare
in Afghanistan. Peccato perché il programma - relizzato lo
scorso anno da Gianni Barcelloni, Giorgio Montefoschi e Fiamma
Nirestein, in onda da stasera su Raiuno alle 24.30 - offre
stimolanti e quanto mai attuali spunti di riflessione.
Soprattutto se, fuori da qualsiasi moralistico relativismo o
aprioristico giudizio, si decida di sostituire al concetto di
scontro la conoscenza tra civiltà. Articolata
in 20 puntate di mezz'ora ciascuna, la trasmissione propone
una serie di temi - dalla definizione di Dio alla guerra, dal
rapporto tra ricchezza e povertà a quello tra religione e
politica, dal matrimonio al sesso - che vengono discussi dal
rabbino David Rosen, dal padre domenicano e rettore dell'Ecole
biblique di Gerusalmme Claude Geffré e da Abu Shwai, docente
di filosofia all'università islamica di Gerusalemme.
Realizzate oltre un anno fa, le interviste sono state ora
anche raccolte in un libro (Un solo Dio, tre verità,
Mondadori, pp. 229, L. . 30.000). Per tutti le stesse domande
cui seguono spesso risposte assai simili. Non è il caso della
sessualità, della procreazione o dell'aborto - dove, va detto,
l'ebraismo anche ortodosso dimostra aperture altrove neppure
accennate - ma è, purtroppo, il caso della guerra. Di tutto
questo si sarebbe potuto e dovuto parlare ieri a viale Mazzini
tanto più di fronte a una gremitissima platea costituita
soprattutto da studenti freschi di studi e poco inclini ad
accogliere l'invito di Adornato a "creare valori e forze
militari". E a fare difetto, anche in questo caso, non è solo
la sintassi: non c'è bisogno di essere studiosi - basta essere
studenti - per sentire quanto stridente sia quell'accostamento
di termini, quanta prometeica arroganza si nasconda dietro
quel "costruiamo i valori" (dove?, in parlamento, a Mediaset,
ad Arcore?; chi? Adornato, Storace o Berlusconi?). E con
quanta sfrontatezza venga utilizzata un sede pubblica come la
Rai per fare propaganda di guerra anziché per informare. Per
fortuna, a guardare i volti di ragazze e ragazzi - annoiati,
avviliti, se non irritati - si è capito che nessun tentativo
di manipolazione è andato a buon
fine.
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