Morta
clandestina Crotone, ultimo sbarco: 416 sopravvissuti
Per sette giorni hanno viaggiato chiusi dentro
la stiva di una nave, senza acqua né cibo, ma senza neanche
aria sufficente per tutti. 416 profughi, la maggior parte dei
quali di origine kurda, sono stati tratti in salvo domenica
notte dalla Guardia di finanza che li ha condotti fino in
porto a Crotone. Quando i militari sono saliti a bordo della
"Akcan I", una motonave di una sessantina di metri, hanno
aperto la stiva e hanno trovato in mezzo ai profughi anche il
corpo senza vita di una giovane donna, probabilmente incinta.
A ucciderla sono stati gli stenti e le sofferenze patite
durante il viaggio. La polizia ha fermato quattro uomini,
tutti turchi, sospettati di far parte
dell'equipaggio. Partita una settimana fa dalla Turchia, la
"Akcan I" era stata avvistata domenica nella acque antistanti
le coste calabresi. I profughi, 315 uomini, 39 donne e 62
bambini, erano stati chiusi nella stiva, "blindata" a sua
volta da grandi lastre di acciaio unite tra loro da cavi in
acciaio. "All'interno l'aria era irrespirabile, non avevo mai
visto niente di simile" ha riferito il medico della questura
di Crotone, uno dei primi soccorritori. Tutti i profughi sono
stati trasportati nel centro d'accoglienza Sant'Anna di Isola
Capo Rizzuto, tranne otto ricoverati in ospedale per problemi
cardiovascolari. Livia Turco, ex ministro della solidarietà
sociale, ha lanciato strali di fuoco all'indirizzo del
governo. "Questo governo - ha detto - ha licenziato una legge
che aumenta la clandestinità ed è disumana nei confronti dei
regolari. Una legge - ha sottolineato - che non ha tenuto
contro del monito della Chiesa, decisa senza consultare né
associazioni, né sindacati, e che ha raccolto il parere
contrario della metà delle regioni italiane. Un governo che
continua a fare propaganda come se fosse all'opposizione
dimenticando che il suo dovere è quello di governare".
|