IN BREVE Ucciso
volontario
Un volontario italiano in Ruanda, Giuliano Berizzi, è stato
ucciso ieri mattina a Kihali. Lo ha reso noto l'agenzia
missionaria Misna che cita fonti della capitale ruandese.
Berizzi, 60 anni, originario di Alzano Lombardo (Bergano) e
residente a Nese, è stato ucciso da due uomini nella casa dove
abitava dopo essere stato aggredito in strada. Elettricista in
pensione, Berizzi si recava spesso in Ruanda per rimanerci tre
o quattro mesi. Insegnava il suo mestiere ai ragazzi del posto
e i migliori li portava con sè in Italia perché facessero
esperienza per poi riaccompagnarli in Ruanda. Molto legato ai
missionari salesiani presenti a Kigali, collaborava con il
centro giovanile dei religiosi nel quartiere di Gatenga.
G8, libero Monai
Il gip Maria Franca Borzone ha disposto la scarcerazione
dagli arresti domiciliari per Massimiliano Monai, il trentenne
genovese accusato di tentato omicidio perché ripreso dai
filmati mentre con una trave dava l'assalto alla camionetta
dei carabinieri. La stessa auto rimasta isolata in piazza
Alimonda il 20 luglio scorso, quando si verificò l'episodio
che portò poi alla morte di Carlo Giuliani.
Sequestro filmato
Una ragazza di colore è stata rapita la scorsa notte a
Nuoro. L'episodio ha avuto per testimone l'operatore di una
televisione locale che è riuscito a riprendere la scena con
una telecamera. L'uomo ha poi detto di aver notato una
macchina di colore rosso allontanarsi a forte velocità con uno
sportello aperto ed una ragazza extracomunitaria che gridava e
si divincolava mentre veniva trattenuta a forza nell'abitacolo
da due persone. Dato l'allarme al 113, il testimone si è messo
all'inseguimento dell'auto annotandone la targa. Durante il
tragitto lungo la strada ha però perso il contatto. L'auto,
ritrovata dai carabinieri nei pressi di Bolotana, centro del
nuorese al confine con la provincia di Oristano, è risultata
rubata a Nuoro. Nessuna traccia della ragazza e dei suoi
rapitori.
"Libertà per Luigi"
Sono ancora piuttosto gravi le condizioni di salute di
Luigi Longo, il manifestante condannato a due anni e mezzo per
le manifestazioni di giugno a Goteborg. I familiari hanno reso
noto che durante il periodo di isolamento, che è stato
revocato solo tre giorni fa durante il processo di appello,
Luigino ha perso 14 chili e per lungo tempo i medicinali per
la sua cardiopatia gli sono stati somministrati in ritardo,
tanto che le sue condizioni di salute ne risentono tutt'ora.
In attesa che l'11 ottobre il tribunale decida se assolverlo o
no, i familiari e i comitati che si sono mobilitati in Italia,
Svezia e Norvegia (dove Luigi vive da 17 anni) chiedono che
Luigino sia almeno trasferito quanto prima in Norvegia dove
risiede anche la figlia minorenne di cui ha l'affidamento.
(sa.m.)
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