La frontiera è
aperta Anche Gorizia ha il suo Social forum. Obiettivo:
superare i confini G. BOU. - GORIZIA
Popoli erranti, uomini e donne in cerca di
luoghi dove vivere, confini e, quindi, sconfinamenti.
E' quello di cui si sta discutendo nella zona di Gorizia da
una settimana, con tante iniziative, dibattiti, spettacoli per
la costituzione del No Border Social forum, l'ultimo
nato in terra friulana dopo altri costituitisi subito - a
Udine, Pordenone e Monfalcone - dopo i fatti di Genova. Un
Social forum particolare, questo, uno spazio politico e
sociale che vuole riunire e che già dal nome dice tutto: "No
ai confini", basta con le divisioni, in una terra dove la
forza della comunicazione riesce ancora a sorprendere. E'
accaduto, per esempio, giovedì sera, nella sala del consiglio
provinciale di Gorizia. Qui, in quella che è forse l'ultima
citta d'Europa attraversata da una frontiera, un'inquietante
rete metallica che la taglia in due, segnando da sempre la
storia di questi luoghi italiani e sloveni, si sono ritrovati
in tanti, giovani e meno giovani, a parlare di Strutture di
accoglienza e rapporto con il territorio. Presenti - come
raramente succede - quasi tutte le associazioni che lavorano
nel sociale - dall'Ics alla Fondazione Lucchetta di Trieste,
dalla Caritas al Centro Balducci - c'erano, soprattutto, molti
immigrati. Tutti, dopo aver messo in evidenza la totale
mancanza di tutela legale e umana per chi arriva alle
frontiere e l'urgenza di una battaglia contro la legge
Bossi-Fini, hanno raccontato il senso di totale precarietà e
l'indifferenza che sono costretti a vivere: "Per noi non ci
sono nemmeno corsi di italiano", ha spiegato Said, giovane
volto del Bangladesh, uno dei tanti minori che il comune deve
ospitare almeno fino al compimento dei 18 anni. "Viviamo senza
prospettive se non quella dell'espulsione. Come si può parlare
di accoglienza?". Eppure qui, in questi spazi di incontro
culturale, linguistico e sociale, tanti continuano a provarci.
E con buoni risultati. Lo hanno dimostrato anche altri
incontri: due, affollatissimi, sui rom, Dall'olocausto
all'apartheid, in una scuola di Monfalcone e in un teatro,
dove è arrivata anche la scrittrice Mariella Mehr, rom
jenische svizzera che nei suoi libri e nelle sue poesie
ha raccontato persecuzioni di secoli e resistenze possibili;
uno su Lavoro e globalizzazione, a Monfalcone, dove la
presenza dei cantieri navali ha stimolato riflessioni sulla
precarizzazione e l'impoverimento dei lavoratori e dei loro
diritti in tutto il mondo. Oggi altri momenti importanti:
sulla nuova legge sull'immigrazione (alle 10, Gorizia,
auditorium Fogar), al quale interverranno anche Giovanni
Palombarini e Gianfranco Schiavone, e sulla Macedonia (alle
15.30, Gorizia, Kulturni Dom). Poi la conclusione,
domenica, con una grande festa, in piazza della Transalpina,
Goriska postaja, la stazione di Gorizia. Sul palco,
allestito sul confine lungo la rete che separa Gorizia e Nova
Gorica, in modo che il pubblico sia contemporaneamente sloveno
e italiano, musica, poesia e spettacolo. Tanti gruppi
musicali, artisti di strada, poeti e teatranti. Anche Paolo
Rossi con stralci del suo ultimo spettacolo in cui si
mescolano - appunto - storie di ieri e di oggi.
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