Islam e cattolici, "dialogo fra
civiltà" MIMMO DE CILLIS * - ROMA
Pace, dialogo, tolleranza. Ma anche incontro
di civiltà e questione palestinese. Sono parole e idee
ricorrenti nell'incontro fra leader cristiani e islamici
promosso dalla comunità di Sant'Egidio fra ieri e oggi a Roma.
Un summit di due giorni per dissipare contrapposizioni e
cercare vie di cooperazione fra leader religiosi, che tanta
parte possono avere nel quadro culturale e politico della
società occidentale e del mondo islamico. Le religioni,
hanno convenuto i leader presenti all'incontro, possono dare
un contributo determinante al dialogo fra civiltà,
scongiurando quello scontro che, dopo l'attentato terroristico
agli States (e le infelici dichiarazioni del premier italiano
Silvio Berlusconi) è tornato al centro del dibattito
internazionale. Ieri mattina sullo stesso tema si è
soffermato ancora papa Wojtyla: "La religione - ha detto - non
deve essere mai essere utilizzata come motivo di conflitto" e
cristiani, musulmani e credenti di ogni fede "sono chiamati a
ripudiare fermamente la violenza per costruire un'umanità che
si sviluppi nella giustizia e nella solidarietà". Il suo
appello è stato condiviso e ricordato nell'incontro
islamo-cristiano organizzato da Sant'Egidio, che ha visto la
partecipazione di illustri prelati cattolici e altrettanto
degni teologi islamici. C'erano i cardinali Etchegaray,
Martini e Vlk, i vescovi Paglia e Fitzgerald (del dicastero
pontificio per il dialogo interreligioso); c'erano pure Nasser
Farid Wasel, Gran Muftì d'Egitto, Yusuf Al-Qaradawi, direttore
del Sunna Research Center in Qatar, Abdullah Karim
Hasan, imam della comunità islamica americana, Amed
Kamal Aboulmagd, giurista dell'Università del Cairo.
Il dialogo di Ciampi
Non sono mancati gli interventi di uomini politici:
l'ex presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il
sindaco di Roma Walter Veltroni, il ministro degli Esteri
Renato Ruggiero, il capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, che
ha ricevuto i leader religiosi al Quirinale. Ciampi ha
ricordato ai partecipanti che "il completo sradicamento del
terrorismo non può essere raggiunto senza la pace in Medio
Oriente". "E' inaccettabile - ha continuato il presidente
della repubblica - il susseguirsi di violenze e attentati,
malgrado la tregua e la volontà politica di rispettarla
affermata da entrambe le parti". Ciampi ha richiamato il
patrimonio di valori condivisi dalla civiltà occidentale e
islamica (quelli fissati nella carta Onu dei diritti umani) e
ha definito il Mediterraneo "epicentro del dialogo", luogo
dove realizzare "una concordia operosa" per il benessere
materiale e spirituale delle popolazioni di Est e Ovest. La
stessa idea del "dialogo fra civiltà" (espressione cara tanto
a Giovanni Paolo II quanto al leader islamico iraniano
Khatami) è stata ribadita, sin dalle prime battute
dell'incontro, dal responsabile di Sant'Egidio Andrea
Riccardi. No ad allargare i fossati, ha detto Riccardi, sì
all'uso di "intelligenza e fede". Doti, queste, che non
mancano ai cardinali Martini ed Etchegaray. Riportando
l'attenzione sulla necessità di debellare la povertà nel
mondo, Martini ha ricordato che occorre dar vita a una
"globalizzazione della solidarietà". Etchegaray, dal suo
canto, ha notato che estremismi e terrorismo si alimentano sul
terreno della disuguaglianza e del nazionalismo, tumori che
affliggono l'umanità. La voce cattolica ha trovato poi in
Fitzgerald indicazioni concrete per una via di dialogo
islamo-cristiano fra leader e fedeli: pregare insieme per la
pace; coltivare rispetto e stima reciproca; impegnarsi nella
solidarietà verso poveri e rifugiati. L'appello cristiano è
stato raccolto sul versante islamico, almeno nell'incontro di
ieri. I capi islamici hanno mostrato moderazione e tolleranza,
fornendo interpretazioni coraniche ben precise. Yusuf
Al-Qaradawi ha citato più volte versetti del Corano per
sottolineare che "l'Islam prescrive il rispetto della persona
umana e la punizione di colui che uccide". "A nome di tutti
gli ulema dell'Islam rifiutiamo il terrorismo", ha
detto. Aggiungendo poi un riferimento sibillino all'attacco
americano in Afghanistan: "Rifiutiamo di lottare contro il
terrorismo con altro terrorismo, mosso dalla stessa logica,
che attribuisce agli innocenti la colpa dei veri responsabili,
che condanna un intero popolo a causa di un crimine commesso
da alcuni suoi individui". Il vero terrorismo, ha spiegato, si
combatte sradicandone le cause: l'oppressione, la soluzione
delle questioni sospese, tra cui la questione palestinese. Un
punto caldo tornato al centro del dibattito non solo della
politica ma anche della religione.
*Lettera
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