L'ODISSEA DEI
PROFUGHI
Sedici giorni in mezzo al mare.Ma la soluzione
è ancora lontana
L'odissea dei 433 profughi afghani è cominciata più di due
settimane fa, quando gli immigrati, partiti dall'Indonesia con
un un peschereccio per arrivare in Australia, sono stati
bloccati da Canberra che, per la prima volta, ha negato loro
il diritto d'asilo. Ecco le principali tappe di questo viaggio
senza fine. Il 26 agosto i profughi sono stati soccorsi
dal cargo norvegese "Tampa" al largo delle acque territoriali
australiane, dopo aver lanciato un sos: l'imbarcazione su cui
si trovavano stava per affondare. La "Tampa" si è fermata, per
volere dei profughi, vicino all'isola di Christmas, il porto
australiano più vicino a dove si trovavano. Il 27
agosto l'Australia nega ai 433 profughi il permesso di
entrare in territorio australiano e respinge la loro richiesta
di asilo. Il 29 agosto le teste di cuoio australiane
presidiano la nave norvegese, in attesa di dirottarla fuori
dalle acque territoriali australiane. I profughi, intanto,
iniziano uno sciopero della fame, nonostante le condizioni
precarie e la presenza di 43 bambini e due donne incinte. Il
30 agosto l'Australia propone all'Indonesia dei soldi
pur di farsi carico dei profughi. Giakarta non accetta e
minaccia di bombardare la "Tampa" se dovesse avvicinarsi in
acque indonesiane. Il 1 settembre arrivano proposte di
aiuto da Nuova Zelanda e Nauru, che si accordano con
l'Australia. Un giudice, però, blocca la nave per discutere il
ricorso presentato da un'associazione dei diritti umani. Il
3 settembre i profughi vengono trasbordati dalla
"Tampa" alla "Manoora", nave militare australiana, e partono
subito verso la Nuova Guinea, da dove poi si divideranno.
Alcuni andranno in Nuova Zelanda, altri a Nauru. Il 10
settembre c'è l'accordo tra Australia e Nauru non solo sui
433 profughi afghani ma anche sui 130 immigrati arrivati il
giorno prima in acque australiane. Nauru accoglierà gli
immigrati in cambio di aiuti economici.
|