La vittoria dei profughi
kurdi Londra, l'Alta corte condanna i centri di detenzione
per immigrati ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA
"Una sentenza storica". John Stewart
della Lega contro le deportazioni non ha dubbi. "L'Alta corte
- aggiunge - ha finalmente reso giustizia a migliaia di
richiedenti asilo politico: essere incarcerati, e non importa
se in galere o centri di detenzione, mentre si attende la
risposta sull'asilo politico è illegale". Non v'è dubbio che
ieri per le associazioni inglesi che da anni si battono contro
quella che chiamano la "vergogna" del governo laburista, cioè
i centri di detenzione per stranieri, è stata una giornata di
festa. La sentenza dell'Alta Corte è importante per il
futuro di migliaia di richiedenti asilo politico, anche se
riguarda un centro in particolare, quello di Oakington, nel
Cambridgeshire. Il giudice Collins nel considerare il caso
presentato da quattro kurdi iracheni che hanno portato in
tribunale l'Home Office ha dato loro ragione sostenendo che la
detenzione di una settimana nel centro di Oakington è avvenuta
in violazione dei loro diritti umani, in particolare del
diritto alla sicurezza e alla libertà. La sentenza, sospesa
fino al 5 ottobre per consentire l'audizione del ricorso
immediatamente presentato dal ministero, riguarda
esclusivamente il costoso centro di Oakington, inaugurato tra
le polemiche nel marzo scorso. Secondo il ministero la
detenzione di una settimana nel centro è necessaria per
consentire l'analisi rapida delle richieste di asilo. Gli
"ospiti" del centro, hanno sostenuto i legali dell'Home
Office, sono persone la cui domanda di asilo può essere
esaminata in tempi molto brevi. Si tratterebbe cioè di
profughi ritenuti "verosimilmente genuini" dal governo. Le
argomentazioni dei legali del ministro David Blunkett però non
hanno convinto il giudice Collins che ha decretato che non
c'era ragione per imprigionare i quattro profughi kurdi, che
non avevano alcuna intenzione di darsi alla macchia. Non solo,
ritenendo la detenzione "esclusivamente amministrativa" il
magistrato ha anche confermato di ritenere "illegale la
detenzione di tutti i profughi rinchiusi a Oakington". La
sentenza, hanno detto i legali dei quattro profughi kurdi
(che, arrivati nel 2000, hanno nel frattempo ottenuto lo
status di rifugiati politici), è importante perché apre la
strada a centinaia di denunce. Il governo, hanno ricordato
ancora gli avvocati, potrebbe ritrovarsi a dover pagare
risarcimenti per milioni di sterline. Secondo alcune stime, la
detenzione di una persona in un centro per dieci giorni
potrebbe costare in risarcimento tra le cinque e le diecimila
sterline (cioè tra i quindici e i trenta milioni di lire).
Nella sentenza viene esplicitato ulteriormente che l'arresto
dei quattro profughi è da ritenersi illegale in quanto "non
proporzionata" e quindi in violazione della convenzione
europea sui diritti umani. La risposta del ministero degli
interni alla sentenza è stata a dir poco glaciale. "Il
ministro Blunkett - ha detto una portavoce dell'Home Office -è
estremamente preoccupato per le implicazioni che questa
sentenza potrà avere su una operazione dura ma giusta di
controllo sull'immigrazione in questo paese. Naturalmente, in
attesa dell'esito del ricorso presentato da questo ministero -
ha aggiunto - continueremo a far funzionare Oakington come ha
sempre funzionato". Commenti che hanno scatenato le reazioni
delle associazioni umanitarie. Per Nick Hardwick del Refugee
council, "la sentenza finalmente pone al centro del dibattito
la questione reale: è giusto incarcerare persone che non hanno
commesso alcun crimine?". Per la lega contro le deportazioni
"è necessario fare in modo che questa sentenza riguardi anche
gli altri centri di
detenzione".
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