10 Luglio 2001
 
 
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Partorisce senza assistenza
All'ospedale san Camillo di Roma. Il bambino è nato morto
MARCO DE PALMA - ROMA

C.A., una ragazza rom d'origine rumena di 26 anni, ha partorito il proprio bambino, morto, in un letto d'ospedale senza l'assistenza di nessuno: né infermieri o medici né familiari. Il fatto sarebbe avvenuto all'ospedale San Camillo di Roma venerdì mattina. A denunciare l'accaduto sono state la sorella, E.A., e la rappresentante in Italia del Centro europeo per i diritti dei rom, Kate Carlisle, che già due settimane fa aveva visitato la ragazza nello stesso ospedale in preda a forti dolori addominali. "In quell'occasione - denuncia la Carlisle - l'assistenza prestata alla ragazza lasciò molto a desiderare, soprattutto per la maleducazione del personale. Ma questa volta, si è superato ogni limite". Accuse respinte dalla direzione sanitaria del San Camillo, secondo la quale C.A. avrebbe ricevuto tutte le cure del caso.
Secondo il racconto di E.A., sorella della giovane paziente, è mezzogiorno di giovedì quando, insiema a C.A., si presenta al pronto soccorso dell'ospedale romano: la ragazza, al sesto mese di gravidanza, accusa dolori addominali e perdite. Viene sistemata nella sala parto dove le viene subito detto che non c'è speranza di salvare il bambino.
Dopo averle somministrato una flebo, gli infermieri lasciano C.A. praticamente sola per tutta la giornata. "A parte il fatto che i medici e il personale erano stati informati che C.A. aveva alle spalle tre gravidanze interrotte (e quindi avrebbe avuto necessità di un'attenzione ancora maggiore), non è ammissibile - accusa Kate Carlisle la rappresentante per i diritti dei rom - che in quelle condizioni (dolori fortissimi e perdite) l'unico intervento effettuato prima del parto sia stato l'applicazione di una flebo del cui contenuto, peraltro, non è stata data alcuna delucidazione alla ragazza".
Così, dopo una notte di sofferenze - nel frattempo, alle 21 circa, la sorella che l'ha accompagnata è tornata a casa dai suoi bambini -, alle sette di mattina del giorno successivo, da sola, nel suo letto, C.A. partorisce un bimbo prematuro senza vita. I primi soccorsi si sarebbero fatti attendere per mezzora ("nonostante - aggiunge E.A. - mia sorella continuasse a premere il pulsante per chiedere aiuto"). Solo in seguito sarebbero state effettuate tutte le cure necessarie. C.A. è ancora ricoverata al San Camillo, nel reparto di ginecologia, in stato di choc.
L'ospedale smentisce la ricostruzione di quanto accaduto fatta da E.C. e da Kate Carlisle. "La ragazza è arrivata in ospedale verso le sei di venerdì mattina", afferma la direzione sanitaria del San Camillo-Forlanini. "I medici di turno del pronto soccorso si sono subito resi conto della minaccia d'aborto e quindi la donna è stata messa sotto oservazione in sala parto, dove, dopo circa un'ora, ha abortito ed è stata sottoposta a raschiamento".

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