Gli immigrati iscritti al
sindacato M. CA. - DALMINE
Quanti lavoratori immigrati sono iscritti al
sindacato? I dati dichiarati dalle tre confederazioni dicono:
novanta mila alla Cgil, centocinque mila alla Cisl,
venticonque mila alla Uil. Si riferiscono all'anno 2000 e
registrano sull'anno precedente un incremento del 10% per Cisl
e Uil, superiore al 20% per la Cgil. Sono cifre ancora
modestissime sul totale degli iscritti alle tre confederazioni
(dove i pensionati, com'è noto, superano i lavoratori attivi).
Ma se si rapportano ai 550 immigrati con posizione
contributiva, risulta che quasi la metà dei lavoratori
extracomunitari in regola sono iscritti al sindacato. A
occhio, è un tasso di sindacalizzazione decisamente superiore
a quello dei lavoratori italiani. Qualche cifra
disaggregata per zone e categorie. Più della metà degli
immigrati tesserati alla Cgil lavorano al Nord (al Centro sono
15 mila, al Sud 16 mila). Guida la classifica l'Emilia
Romagna, con 21 mila tessere. La parte del leone, in questa
regione, la fa la Fiom, seguita dalle categorie dell'edilizia,
dell'agroindustria e del commercio. La Cisl ha 24 mila
iscritti immigrati in Lombardia, 18 mila in Lazio, 11 mila in
Veneto, 10 mila in Emilia Romagna. La categoria con più
immigrati è la Filca (artigianato), seguita dal sindacato dei
braccianti, da quello del commercio e dai
metalmeccanici. Gli immigrati che risultano tesserati alla
Uil sono concentrati nel NordEst, nel Lazio, in Lombardia e
nell'Emilia Romagna. Sono in prevalenza metalmeccanici,
chimici, edili e addetti all'agricoltura.
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