il manifesto - 22 Gennaio 2004
«Niente sconti sulle mutilazioni»
Montecitorio, fuoco incrociato sulla proposta del medico somalo
Le proteste Dalle donne immigrate a tutto l'arco parlamentare. Ma c'è chi, come la Lega, ne approfitta per cavalcare la tigre xenofoba

IAIA VANTAGGIATO
na puntura di spillo, una goccia di sangue. Tanto basterebbe - secondo il medico somalo Omar Abdulkadir - a rendere simbolico il rituale dell'infibulazione. Ma le prime a scatenarsi contro la sua proposta sono proprio le immigrate: «Le donne come me - dice Ghanu Adam - sfuggite ai fucili della guerra in Somalia ma non alle mammane che vivono in Italia, non vogliono che di quel rito resti nemmeno il simbolo». Nessun compromesso, neanche con i capi delle loro comunità che - come denuncia la senegalese Diye Ndaye - «hanno firmato un accordo con il dottor Abdulkadir senza chiedere il nostro parere».

E, a piena conferma, arrivano le parole del direttore del centro di medicina della migrazione di Roma, Aldo Morrone: «Sono le stesse donne che vengono da noi - e che soffrono per le infezioni ricorrenti causate dalla mutilazione - a dichiararsi contro questa pratica».

Intanto - mentre il ministro della salute Girolamo Sirchia chiede chiarimenti - a Montecitorio è bufera. Ne approfitta la leghista Carolina Lussana - relatrice della legge contro le mutilazioni sessuali attualmente all'esame delle commissioni giustizia e affari sociali della camera - per cavalcare la tigre xenofoba e attaccare la «rossa» Toscana. «Siamo di fronte a usi e costumi incivili - dice dall'alto del suo Carroccio - ed è sconcertante che nel momento stesso in cui, con una legge, cerchiamo di sradicare la barbara usanza delle mutilazioni sessuali, alcune istituzioni appoggino un progetto che permetterebbe di eludere le sanzioni penali per chi si macchia di questo reato. L'assessore Rossi dovrebbe dimettersi».

Immediata la reazione del centrosinistra: le mutilazioni sessuali non avvengono solo in Toscana - esplode Franca Bimbi che pure si dichiara contraria alla proposta lanciata dal medico somalo - ma anche e clandestinamente in Lombardia e in Veneto. Quanto all'assessore Rossi ha fatto bene, secondo l'esponente della Margherita, «a chiedere il parere del Comitato di bioetica e dell'Ordine dei medici».

Per Marida Bolognesi, Lussana avrebbe perso un'altra occasione per tacere visto che la Regione Toscana non ha concesso alcuna autorizzazione». La parlamentare diessina ritiene tuttavia inutile ascoltare il parere dei medici di fronte a una questione già risolta dalla Costituzione e dai codici. Che vietano - come ricorda - interventi lesivi sul proprio corpo.

Più cauta Laura Cima dei Verdi che invita ad un dibattito «sereno e laico» intorno alla possibilità di praticare l'infibulazione osservando la massima riduzione del danno.

Nessun dibattito, invece, per le deputate di Rifondazione comunista, Elettra Deiana e Titti Valpiana che difendono a spada tratta l'inviolabilità del corpo delle donne: sul quale - affermano - non ci possono essere sconti.

Secondo le parlamentari, inoltre, la discussione sulle mutilazioni genitali femminili oscilla tra «l'integralismo» di chi vede in Occidente «i soli valori di civiltà accettabili» e chi invece «teorizza una coabitazione fra differenze immutabili che poi finisce per riaffermare la `nostra' superiorità».

Ce n'è di che scatenare il capogruppo leghista Alessandro Cè che ai banchi del centrosinistra rivolge prima un incomprensibile «vergogna» e poi un inarrivabile «negrieri». Cosa avrà da scaldarsi tanto visto che - da destra - s'odono gli stessi squilli di tromba? A cominciare dalla ministra per le pari opportunità che definisce inaccettabile l'infibulazione sia pure nella sua versione più «dolce»: «Nessun cedimento - afferma Stefania Prestigiacomo - di fronte a una pratica che rappresenta un'offesa all'integrità fisica delle donne, un rito che viola i più elementari diritti umani delle bambine».

Concorda un'altra forzista - Dorina Bianchi dell'Udc - per la quale «un male minore è pur sempre un male». La soluzione - e come lei a Montecitorio lo pensano in tante - è quella di approvare quanto prima il disegno di legge che condanna chi permette e pratica la mutilazione degli organi genitali.

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