EDITORIALE
Operaio immigrato cercasi
LORIS CAMPETTI
da "Il Manifesto" del 05 Agosto 2000

Da che mondo è mondo il capitalismo ha sempre anteposto gli interessi all'ideologia. Sarebbe dunque sciocco stupirsi del fatto che, in pieno revival di razzismo più o meno mascherato dal "bisogno" di sicurezza, la Confindustria si sia messa a battere sul tasto degli immigrati come risorsa fondamentale: servono per i lavori pesanti (e sporchi) che i nostri operai non vogliono più fare. O si riapre la campagna acquisti oppure un sacco di fabbriche saranno costrette a chiudere. Da noi è così nel Nordest, Lombardia, Emilia, Marche. E' successo che il razzismo tornasse utile al capitalismo, ma erano altre fasi storiche. Qualcuno si chiede: con tutti i disoccupati che ci sono al Sud, perché andare a cercar braccia nei Balcani, in Asia, in Africa? Perché gli immigrati costano meno, sono più flessibili di un giunco e sono "mansueti" (testuale, dalla bocca di un nostro padroncino). I "Napuli", invece, prima di avventurarsi a Nord pretendono la casa, un contratto a tempo indeterminato, se non anche le 40 ore settimanali. Qualche giorno fa, la Coldiretti ha comunicato al paese che alla nostra agricoltura servono 65.000 immigrati, siano essi neri, gialli o bianchi, se non si vogliono far marcire le pere sugli alberi, o i pomodori, o le fragole. Ieri anche la Confesercenti ha presentato la sua lista: vogliamo 36.700 immigrati, li vogliamo subito per lavare pentole nei ristoranti, per pulire le stanze d'albergo, i più presentabili come camerieri. Siamo in attesa della lista dei padroni lombardi delle fonderie o di quelli del marmo nelle cave lungo l'Adige. Meglio così: la campagna acquisti fa bene a chi compra e a chi (si) vende, perché andare per il sottile? Un solo problema: chi cerca un approdo da noi fugge da guerre e miseria, sono uomini, donne, vecchi e bambini che magari neppure sanno lavare pentoloni. Di questi, che ne facciamo, li ributtiamo a mare? E' quel che stiamo facendo. Confindustria è soddisfatta, la gente perbene si sente più sicura. Un conto è il mercato del lavoro, un conto i diritti.