Il Dott. Maurizio Silveri
risponde alle domande poste dai lettori de "Il Messaggero" sulla
sanatoria (dalle 13 alle 15 fino a venerdì 6 settembre 06 47887666
oppure per e mail all'indirizzo immigrati@ilmessaggero.it)
ECCO
I QUESITI
POSTI E LE RISPOSTE PUBBLICATE SU "IL MESSAGGERO"
ROMA - Hanno chiamato da tutta Italia, dalla Puglia al
Veneto, dalle Marche a Napoli. E moltissimi, naturalmente, dalla capitale
e dintorni. Trenta sono state le telefonate a cui è stato possibile dare
risposta, nelle due ore in cui Maurizio Silveri, direttore dell’Ufficio
extracomunitari del ministero del Lavoro, è stato con noi. Una media di
quattro minuti a interlocutore, con tre temi fra i più gettonati: se sia
possibile assumere anche all’ultimo momento (risposta: "no")
se davvero per le colf part-time ciascun datore di lavoro debba versare
i 330 euro (risposta: "sì") se il datore di lavoro debba ospitare
lui la colf, o comunque trovarle una casa (risposta: "no").
Non hanno telefonato solo datori di lavoro, ma anche immigrati, e persino
clandestini espulsi. L’alto funzionario del Lavoro ha risposto con precisione
e pacatezza e alla fine tutti erano soddisfatti. Il telefono era rovente
prima e dopo le due ore. Sintetizziamo le principali risposte, a beneficio
di chi non sia riuscito a mettersi in contatto.
Posso assumere
all’ultimo momento?
Domanda: «Ho assunto una ragazza che è venuta dall’Ecuador
il 27 luglio scorso. Ho letto sul Messaggero che non è necessario che
abbia lavorato continuativamente negli ultimi tre mesi, basta che abbia
lavorato "negli" ultimi tre mesi. La posso legalizzare?» (P.C.
e molti altri)
Risposta: «No, per sua sfortuna. Al momento, viene data un’interpretazione
più restrittiva dell’articolo 33 della legge. La colf o la badante da
regolarizzare, e con tutta probabilità anche gli altri immigrati lavoratori
dipendenti, per i quali si attende un decreto legge, debbono essere impiegati
da almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della legge. Quindi dal
10 giugno, visto che la legge scatterà dal 10 settembre. Questo è uno
dei punti più dibattuti e l’urgenza ha fatto dare diverse interpretazioni.
Un chiarimento scritto sta per essere dato dall’amministrazione».
Quanti forfait
per una part-time?
Domanda: «Ho capito bene, o tutti i datori di lavoro della mia colf
a ore, compresa la sottoscritta, debbono pagare 330 euro per la stessa lavoratrice? Mi sembra assurdo...(M.G.G. e altri).
Risposta: «Ha capito bene. Tutti i datori di lavoro debbono versare il
forfait di 290 euro più 40 di spese postali. D’altra parte, impiegando
un lavoratore irregolare, tutti hanno violato la legge. E comunque quelle
somme finiranno nella posizione previdenziale di questo dipendente».
Per la part-time,
una sola busta?
Domanda: «Un altro centro di assistenza mi ha consigliato
di vedermi con gli altri due datori di lavoro della mia colf a ore, con
i quali raggiungiamo i famosi 439 euro minimi di retribuzione, e di mettere
anche le loro dichiarazioni in un’unica busta, da consegnare alle Poste.
E’ ben fatto?»
Risposta: «No. Ogni busta si deve riferire alla dichiarazione di un datore
di lavoro, anche perché il contratto verrà firmato con tutt’e tre. Consiglio,
piuttosto, di pinzare le tre buste insieme, spiegando allo sportello che
si tratta di un unico lavoratore. In questo modo la pratica potrebbe guadagnare
giorni preziosi».
Come faccio
a darle una casa?
Domanda: «Mi può dire lei come faccio a dare una
casa alla mia colf, che mi fa quattro ore al giorno?» (B.C. e molti altri)
Risposta: «Ma lei non ha l’obbligo di darle una casa, e non lo avrebbe
neppure per una lavoratrice a tempo pieno. Deve piuttosto garantire che
la colf "ha" un’adeguata sistemazione alloggiativa. I problemi
vengono, ovviamente, se la colf non ce l’ha».
Se studia,
posso sanarla?
Domanda: «Ho una colf a ore che ha un regolare permesso di soggiorno per
motivi di studio. Lavora otto ore da me, e le pago regolarmente i contributi,
ma fra tre mesi il permesso scadrà. Posso approfittare di questa legalizzazione?»
Risposta: «In questo caso, no. La sua colf è perfettamente in regola,
perchè le norme sul permesso di studio dicono che la ragazza può lavorare
fino a 20 ore la settimana».
Anche la mia
è per studio. Ce la farò?
Domanda: «La nostra collaboratice familiare è con noi a tempo pieno da più di
tre mesi ed ha un permesso di studio. Posso regolarizzarla?»
Risposta: «Sì, perché anche se ha un permesso vive una situazione irregolare,
in quanto lavora per più di 20 ore la settimana e, per motivi di studio,
non potrebbe farlo».
Se mi hanno
espulso?
Domanda: «Sono stato espulso perché trovato con permesso scaduto. Ma
sono rimasto in Italia. Il mio datore di lavore può regolarizzarmi?»
Risposta: «Aspettiamo il decreto legge del 6 settembre. Potrebbe anche
contenere una norma favorevole in questo senso».
Quale paga?
E di contributi?
Domanda: «Mio padre ha una badante a tempo
pieno. Quanto
dovrà pagarla, e quanto di contributi? E io, che ho una colf a ore?»
Risposta: «Bisognerà rispettare le norme Inps e i contratti di lavoro,
che sono gli stessi sia per lavoratori italiani che per quelli extracomunitari.
Per la colf a ore, le fasce sono tre: per una retribuzione di 6.15 euro
l’ora, il contributo è di 1,18; da 6.15 a 7.51, il contributo è di 1,33
che sale a 1,63 per le fasce più alte, con retribuzione oltre i 7 euro
e 51. Per la colf o badante a tempo pieno (più di 24 ore la settimana)
il contributo è fisso: 0,86 euro l’ora».
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Mercoledì 4 Settembre 2002 |
«Se la colf si licenzia, il viaggio
non si paga»
Vanno invece messe in conto le spese
del ritorno alla scadenza del contratto
ROMA - A mettere i brividi a molti datori di lavoro è una frase di una
riga sulla facciata due del modulo di emersione. «Si impegna, inoltre,
al pagamento delle spese di viaggio, in caso di eventuale rientro del
lavoratore nel paese di provenienza». Niente paura: non c’è da comprarle
il biglietto per il suo viaggio di Natale in Ecuador. Il rientro in patria
si intende definitivo e dovrebbe comportare la riconsegna del permesso
di soggiorno. Le spese di viaggio sono state il piatto forte di questa
seconda tornata di domande telefoniche al dottor Maurizio Silveri, alto
funzionario del ministero del Lavoro. Ma non tutto è chiaro, specie per
le colf part-time, e si attende il regolamento d’attuazione della legge,
annunciato per l’autunno.
Prima di passare ai quesiti, tre avvisi. Il nostro esperto è al Messaggero
solo fra le 13 e le 15, inutile chiamare prima o dopo. Secondo, evitate,
possibilmente, di fare domande la cui risposta sia già contenuta in questi
articoli di resoconto, darete così più spazio ad altri che non trovano
la linea libera. Terzo, quanto prima forniremo risposta sul giornale anche
alle domande che stanno arrivando via e-mail.
a L’ho dal 15 giugno:
non posso regolarizzarla?
La telefonata più delusa è stata quella di Marco Ambrogi, lettore
di Piacenza, che non voleva credere a quella paletta rossa di soli 5 giorni,
che impedisce di legalizzare la sua colf. E’ venuta in Italia il 15 giugno
con permesso di soggiorno per turismo, ma il rapporto di lavoro, secondo
la nuova interpretazione più restrittiva della sanatoria, deve essersi
già costituito dal 10, e cioè tre mesi prima dell’entrata in vigore della
Bossi-Fini. «Ma è ingiusto, è una ragazza bravissima, non ci dormiamo
la notte. Contro i furbi dell’ultim’ora, si metta un altro sbarramento:
chessò, il rapporto di lavoro deve essere in piedi dal 26 agosto, giorno
della pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale. La norma è volutamente
poco chiara. Dice "nei tre mesi antecedenti" e non "per tre mesi". Ma
l’obiettivo non è quello di mettere in regola chi già lavora? Ha ragione
il prefetto D’Ascenzo...»
Ha cercato di consolarlo Maurizio Silveri. «Come già abbiamo risposto
per telefono e per iscritto ieri, è passata l’interpretazione più restrittiva,
quella dei tre mesi pieni. Nuovi clandestini stavano già arrivando...
Ma lei non disperi, aspetti il 10 settembre». Parole di puro conforto
perché, come confermano altre fonti, l’interpretazione dei tre mesi pieni
dovrebbe essere contenuta già nel decreto legge che sarà approvato venerdì.
b La legalizzo, va via
e pago il viaggio?
Domanda: «Ma se dopo la sanatoria la mia colf decide di licenziarsi,
o di tornare dopo anni a trovare i suoi? Devo pagare le spese di viaggio?
Allora è preferibile avere una ragazza europea che sudamericana o filippina...Ed
è vero che debbo congelare una cifra, come ho letto su un altro giornale?»
(P.P. e vari altri)
Risposta: «Il regolamento d’attuazione dovrà chiarire vari dettagli delle
spese di viaggio. Ma, per ora, non si preoccupi: non deve pagare nulla.
Se il lavoratore viene espulso, o se il permesso di soggiorno scade e
il lavoratore lascia definitivamente il nostro paese, allora sì, subentra
il suo impegno».
c Per le part-time
biglietto a carico di chi?
Domanda: «La colf sta da noi 7 ore alla settimana. Come posso partecipare
alle spese di viaggio?» (D.D.L.)
Risposta: «Il nuovo regolamento dovrà in particolare chiarire proprio
questo caso. Il suo impegno dovrebbe essere proporzionale alla quantità
di ore per la quale impiega la colf».
d Non lavora più con noi:
devo legalizzarla?
Domanda: «Si è licenziata il 28 luglio e lavora per altri. Io ho trovato
una colf con permesso di soggiorno. Ma quella di prima, che è stata con
me un anno e mezzo, vuole essere legalizzata: glielo ha detto l’avvocato.
Che faccio?»
Risposta: «Non può legalizzarla, perché non ha lavorato da lei negli ultimi
tre mesi. Anche qui, nel regolamento dovrebbe esserci una norma che valga
per casi particolari come il suo, che riguardano il passato».
e E se non ha timbri
sul passaporto?
Vari quesiti sul passaporto del lavoratore immigrato. «Molte pagine
sono bianche. Devo fotocopiarle lo stesso?». (B.C). «Lavora per noi da
cinque mesi, ma nel suo passaporto non ci sono timbri. Come faccio a dimostrarlo?»
(R.R.). «E’ tornata in Polonia a rifare il passaporto che era scaduto
e adesso ce l’ha nuovo, con un timbro di agosto. Va bene lo stesso?»
Risposta: «Il datore di lavoro autocertifica la durata del contratto di
lavoro. Se non c’è timbro, fa fede quello che sostiene lui: naturalmente,
il passaporto non può dimostrare il contrario. Le pagine le fotocopi tutte.
Quanto al nuovo passaporto, lo faccia presente in Questura, e cerchi di
dimostrare che la ragazza era qui da prima». (Ma abbiamo ricevuto più
di una telefonata, anche da parte di immigrati, che parlavano di recente
ritiro in patria del nuovo passaporto al posto di quello scaduto: le autorità
non sospetteranno che sono entrati per la prima volta con quello nuovo?
n.d.r.)
Regolarizzare una colf? Alle aziende
non è permesso
Una ditta deve stipulare un contratto
a parte per le pulizie. E’ vietato convertire un permesso di soggiorno da
studio in lavoro
ROMA - La signora ha 105 anni ma, per sua fortuna, ha bisogno di un’assistente
a domicilio soltanto per 12 ore alla settimana. Fortuna sua e sfortuna
della badante, che finirà per non essere legalizzata. «Anche gli altri
datori di lavoro si stanno tirando indietro - spiega infatti sua figlia,
che chiede di non pubblicare il nome e il cognome - E da sola non la posso
legalizzare, visto che non le pago il minimo vitale di 439 euro al mese.
La manderò via subito. Che li spendo a fare, quei 330 euro di forfait?».
Ecco un caso di scuola. La ragazza è part-time e i datori di lavoro, con
scarso senso di responsabilità, avendola utilizzata illegalmente, fanno
spallucce alla sanatoria. Che cosa le risponde il nostro esperto, Maurizio
Silveri, anche ieri assediato di telefonate? «Io posso darle solo il suggerimento
di metterla in regola - risponde il capo ufficio Extracomunitari del ministero
del Lavoro - Guardi che anche lei è in una posizione irregolare, non solo
il suo lavoratore. Facendo la dichiarazione si mette a posto con la legge.
Ci pensi un po’ su, che magari anche gli altri si presenteranno. Li convinca
lei». Varie altre telefonate battevano ieri su questo tasto e ogni volta
Silveri ribadiva: «Anche lei è in difetto perché ha utilizzato manodopera
irregolare: lo sani».
a E se non ha
contratto
d’affitto?
Domanda: «Ho capito, non devo garantire alla colf una casa, ma semplicemente
che abbia un alloggio dove vivere e indicarne l’indirizzo. Ma la mia vive
in affitto senza contratto. In che guaio mi vado a cacciare? E che ne
so se poi cambia casa?» (A.N e altri).
Risposta: «La sua situazione è piuttosto diffusa. Ma a lei si chiede di
accertarsi dove abita il lavoratore e di indicarne l’indirizzo: non di
denunciare il padrone di casa. E, se cambia alloggio, lei dovrà certamente
saperlo e comunicare la variazione alla Questura».
b Chi deve fare
il certificato
medico?
Domanda: «Mio padre ha un’assistente domiciliare. Può essere il medico
di base a compilare il prescritto certificato medico?»
Risposta: «Certamente, basta che vengano descritte patologia o ragioni
che ne limitano l’autosufficienza»
c Chi firmerà
il contratto
per mia madre?
Domanda: «Abito in Toscana e mia madre vive invece a Roma. Non è autosuffciente,
è malata. Ma se vengo a firmare il contratto, come potrò controllare
la prestazione quotidiana del lavoratore?»
Risposta: «Venga e firmi il contratto, non "per nome e per conto
di", ma direttamente lei. Non importa che non controlli la prestazione».
d Come cambio
da studio
a lavoro?
Domanda: «Sono un medico, e anche la mia ragazza, extracomunitaria, è
laureata in medicina ed è qui con un permesso di studio ormai giunto alla
scadenza. Ma presto avrà un lavoro. Posso approfittare della sanatoria
per convertire il permesso da studio in lavoro?»
Risposta: «No, si può legalizzare un irregolare, la sua fidanzata non
lo è. C’è chi, con permesso di studio, può fruire della regolarizzazione:
chi lavori da almeno tre mesi per il datore che lo denuncia e per più
delle 20 ore a settimana consentite a uno studente. Ma, per la sua compagna,
il lavoro deve ancora arrivare. Può solo sperare in un decreto sui flussi:
l’unico certo è quello per il 2003».
e E se una ditta
prende
una colf?
Domanda: «La mia azienda può legalizzare una colf per fare
le pulizie in ufficio?»
Risposta: «No, solo una persona fisica può assumere una collaboratrice
familiare. Per le pulizie c’è un contratto a parte».
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