C.G.I.L. - C.I.S.L - U.I.L. IMMIGRAZIONE: PROPOSTE E IMPEGNI CGIL-CISL-UIL SULLE POLITICHE MIGRATORIE Il fenomeno
migratorio è un fenomeno strutturale e connaturato alla storia dell’uomo
e della sua evoluzione non solo giustificato dalle condizioni inumane
dalle quali fuggono i migranti, ma un vero e proprio diritto dell’uomo
a migrare per cercare condizioni comunque migliori di esistenza per se
e per i propri famigliari. La migrazione inoltre è un processo in costante
evoluzione che continuerà a giocare un ruolo essenziale nelle società
di tutto il mondo, con implicazioni politiche, economiche, sociali e culturali. Anche in Italia il fenomeno comincia ad essere consistente dato che, già oggi, vi è un immigrato ogni 20 persone. D’altro canto il nostro Paese e tutta l’Europa hanno un bisogno vitale di migranti per arginare il declino demografico ed economico altrimenti irreversibile. Quindi le politiche per l’immigrazione rappresentano uno dei capitoli più importanti e strategici per il governo economico sociale della moderna globalizzazione. Occorre rivendicare una diversa politica per l’immigrazione in Italia ed in Europa. Innanzitutto occorre contestare l’approccio al tema che viene sistematicamente affrontato nell’ambito del capitolo sicurezza lotta alla criminalità e terrorismo e quindi con una impostazione proibizionista. Affrontarli distintamente dalle politiche di contrasto alla criminalità ed al terrorismo gioverà ad affrontare meglio tutti e due gli argomenti ed avrà un effetto educativo delle conoscenze e coscienze della opinione pubblica. Un luogo
comune che deve essere assolutamente dimenticato, infatti, è il contrasto
all’immigrazione clandestina in quanto l’immigrazione potrebbe definirsi
clandestina a fronte di un flusso legale, organizzato e pianificato che
invece non esiste. L’immigrato non ha scelta, o è clandestino o rimane
al suo paese e siccome sappiamo che è velleitario ogni tentativo di impedire
il fenomeno migratorio occorre porsi il problema di come attrezzare percorsi
di regolarizzazione. Qui s’inserisce un gioco delle parti ancora più sottile (ed immorale) tra chi urla che non vuole gli immigrati e chi invece non dice nulla in quanto li vuole clandestini, in nero, completamente ricattabili,s fruttabili e servili, utili anche per minare gli standars minimi previsti dai contratti e dalle leggi per i lavoratori italiani e quindi per tutti i lavoratori (dumping sociale). A nostro parere, la scelta obbligata da perseguire è quella di un profondo cambiamento dei meccanismi che permettono l’arrivo legale nel nostro Paese di lavoratori stranieri, nel senso di permettere realmente l’incontro tra la domanda ed offerta di lavoro, separando l’obbligo al contratto di lavoro dalla condizione preventiva di possedere un permesso di soggiorno. La cosa sarebbe possibile introducendo un sistema più flessibile di regolarizzazione attraverso l’istituzione di un permesso temporaneo di 6 mesi per ricerca occupazione così come auspicato da un documento del Parlamento Europeo di Strasburgo Un’ altra scelta chiave è quella della integrazione, inclusione sociale, culturale e civile. Un percorso di diritti e responsabilità esigibili sul territorio con un protagonismo degli Enti Locali nel contesto di legislazione nazionale di sostegno, rispetto a welfare, scuola, formazione,casa, ricongiungimento famigliare, sanità, previdenza. Inoltre il diritto di voto che deve diventare un architrave di questa nuova cittadinanza; infatti finchè gli immigrati non si occuperanno di politica con la partecipazione democratica al voto Amministrativo, la politica non si occuperà di loro. REGOLARIZZAZIONE e INTEGRAZIONE possono essere strumenti formidabili di governo positivo dell’immigrazione ed anche i più efficaci a prevenire e reprimere soggetti e comportamenti criminali. Questa analisi e questi principi propositivi sono assolutamente incompatibili con la Bossi – Fini che si caratterizza come un insieme di norme tese ad impedire l’ingresso degli immigrati una sorta di percorso ad ostacoli che raggiunge solo l’obbiettivo di relegare gli stranieri in una clandestinità obbligata e spingerli verso la criminalità ed in balia di trafficanti senza scrupoli. Le stesse
norme sul Contratto di lavoro e soggiorno dei lavoratori stranieri, nel
contesto di una sostanziale precarizzazione del mercato del lavoro, realizzano
una vera e propria segregazione del mercato del lavoro degli immigrati
assolutamente inaccettabile sia per loro che per gli effetti distorcenti
che ha sull’insieme dei lavoratori. Occorre invece che l’Europa faccia delle scelte importanti sul versante dei diritti e dell’integrazione. A questo proposito riteniamo che sia importante - da parte dell’Europa e dei suoi stati membri - la ratifica della Convenzione ONU sui diritti dei Lavoratori Migranti e delle loro famiglie del 18.12.1990 entrata in vigore a luglio di quest’anno. Inoltre richiamo l’attenzione su di alcune altre priorità:
Su queste proposte CGIL-CISL-UIL aprono una campagna di discussione nei luoghi di lavoro e nelle categorie con tutti i lavoratori italiani e stranieri, aprono un confronto con tutti i soggetti della società civile per rivendicare un riesame generale della Bossi-Fini , alcune correzioni della stessa Turco-Napolitano ed una più aperta normativa europea. Questo percorso dovrà essere sostenuto da iniziative di mobilitazione e di iniziative di massa dei lavoratori e cittadini migranti e italiani. |