ESTERI
Stampa questo articolo Invia questo articolo
Bande di giovani hanno dato alle fiamme due autobus e decine di automobili in nove quartieri a Nord e a Est della capitale francese. Spari contro i poliziotti
Settima notte di scontri a Parigi
Sarkozy va nella zona della guerriglia

Il ministro dell'Interno ha partecipato a una riunione per fare il punto
della situazione con il prefetto Jean-François Cordet, nella zona Nord della città


Ieri notte a Parigi sono state incendiate una quarantina di auto e due autobus

PARIGI - Settima notte consecutiva di guerriglia urbana nelle banlieue di Parigi, dove bande di giovani hanno dato alle fiamme due autobus e decine di automobili in nove quartieri a Nord e a Est della capitale francese, dove è molto forte la presenza delle minoranze africane e maghrebine.

Il ministro dell'Interno francese Nicolas Sarkozy si è recato nella notte a Seine-Saint-Denis, nella periferia Nord di Parigi. Sarkozy ha visitato la sala operativa (Sic) della Direzione dipartimentale della sicurezza pubblica e, accompagnato dal direttore generale della polizia nazionale Michel Gaudin, ha partecipato a una riunione di lavoro per fare il punto della situazione con il prefetto Jean-François Cordet, il direttore dipartimentale Jacques Méric e il responsabile delle forze d'intervento Christian Lambert.

La violenza, che ha anche preso di mira un centro commerciale a Bobigny, e una scuola elementare, è continuata in barba alla presenza di centinaia di poliziotti. Il bilancio provvisorio della notte annovera almeno 40 auto, due autobus e innumerevoli cassonetti dei rifiuti distrutti.

Secondo quanto si è appreso, durante le violenze, a Courneuve, i poliziotti sono stati fatti segno di "colpi d'arma da fuoco che non hanno fatto vittime".

I tumulti, scatenati giovedì scorso dopo la morte di due ragazzini di Clichy-sous-Bois, fulminati in una cabina dell'elettricità mentre fuggivano dalla polizia, si sono rapidamente estesi e sono saliti in questi giorni in cima all'agenda del governo. Il primo ministro, Dominique de Villepin, ha promesso di riportare l'ordine e la legalità ma ha le mani in parte legate da disaccordi fra i ministri proprio sul da farsi per contrastare la rivolta.

In primo piano c'è soprattutto la rivalità fra il premier e il ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy, che ha recentemente definito i rivoltosi "canaglie", attirandosi critiche dai media, dall'opposizione e da altri colleghi nel governo.

(3 novembre 2005)