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il manifesto
05 Novembre 2005
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indice ville lumiere

pag.02

INTERVISTA
«Così cambiano le banlieue»
A.M.M.
PARIGI
 
Fini: «Come in Italia»
 
L'imam: «è una malattia»
 
Come un ritmo di rivolta
PAOLO FERRARI
 
BEGAG CRITICA SARKO
 
LA GERMANIA PREVIENE
 
«WARNING» USA
 
«TERRORISMO URBANO»
 

pag.03

«Via Sarkozy», ma l'intifada non si ferma
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
 
«La polizia va riformata»
A.M.M.
PARIGI
 
Gli agenti sotto accusa: pensano solo a reprimere
A.M.M.
PARIGI
 
Seine Saint-Denis
93
 
Popolazione
80
 
Liberation
61%
 
Disoccupazione
13,9%
 
Le Monde
1968
 
Veicoli incendiati
691
 
Polizia
1000
 
VILLE LUMIERE pagina 03

taglio basso

Gli agenti sotto accusa: pensano solo a reprimere
A.M.M.
PARIGI
La sinistra ha chiesto le dimissioni di Nicolas Sarkozy perché lo ritiene responsabile dei disordini in corso: non solo per le affermazioni irresponsabili (ha chiamato indistintamente «gentaglia» e «delinquentelli» i giovani delle periferie), ma anche perché avendo abolito il poliziotto di quartiere ha sguarnito le forze dell'ordine sul lato dell'attività di prevenzione, puntando solo sulla repressione e chiedendo di «fare cifra», cioè di far aumentare le statistiche degli arresti e dei fermi. Alcuni magistrati del tribunale di Bobigny hanno denunciato ieri questa scelta: siamo sommersi da casi minori, come dei fermi per guida senza patente, che fanno numero, mentre la grande delinquenza è lasciata andare, ha detto ieri un giudice. Secondo Michel Marcus, delegato generale del Forum francese per la sicurezza urbana, che raggruppa dei politici locali, «la polizia è il solo servizio pubblico inadatto a questi quartieri sensibili. C'è un problema di metodi di intervento, di spostamenti - unicamente in macchina - di controlli d'identità abusivi». Addirittura, secondo Marcus, l'esplosione attuale rappresenta «più una vera e propria crisi dei rapporti tra polizia e popolazione che l'espressione del malessere delle banlieue».

Persino la polizia si è unita al coro delle critiche verso Sarkozy. Addirittura Alliance, sindacato di polizia di estrema destra, chiede ora il ritorno del poliziotto di quartiere, iniziativa che risale al governo Jospin: «Non abbiamo mai detto di essere contro il principio, semplicemente che era stato mal fatto, troppo ideologico e senza i mezzi necessari. Ora vogliamo che sia istituita una vera polizia di quartiere, che dovrebbe fare contemporaneamente della prevenzione, della dissuasione e della repressione». I sindaci chiedono ad alta voce il ritorno della polizia di quartiere. Stéphane Gatignon, sindaco di Sevran (Pcf), spiega che «qui avevamo 120 poliziotti nel 2001, oggi sono solo più 80, a causa del disimpegno dello stato».

I giovani vivono male gli interventi dei poliziotti. In banlieue, viaggiano sempre in divisa e in auto. I controlli di identità, senza nessuna ragione, sono continui e vissuti come umilianti. I ragazzi sono considerati colpevoli a priori, anche se non hanno fatto nulla. La polizia, in altri termini, è vissuta come nemica, perché non difende i cittadini, ma li considera già degli accusati. Ma Sarkozy risponde ai disordini solo con l'aumento del numero degli agenti: ormai sono 17 le compagnie di Crs e 7 le squadre di gendarmeria impegnate sul terreno nella periferia parigina. I poliziotti inviati sul campo sono spesso molto giovani e inesperti, provengono dalla provincia e sono messi di fronte a delle realtà per loro assolutamente sconosciute.

Nella polizia francese, del resto, c'è un problema di reclutamento tra tutte le popolazioni che compongono la Francia, cioè i non bianchi sono ancora pochi. Inoltre, spesso nei commissariati di periferia gli agenti, in difficoltà, si fanno sedurre dalla propaganda dell'estrema destra.