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il manifesto
01 Novembre 2005
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indice societÀ

pag.08

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C. L.
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Sarkozy infiamma le banlieue
ANNA MARIA MERLO
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SOCIETÀ pagina 08

apertura

Sarkozy infiamma le banlieue
Il ministro francese contro le bande giovanili. Ma è rivolta
Lanci di pietre Quarto giorno di scontri a Clichy dopo la morte di due giovani maghrebini. Un lacrimogeno finito dentro una moschea suscita la reazione dei musulmani. Il ministro parla di «provocazione» e annuncia «tolleranza zero»

ANNA MARIA MERLO
PARIGI
Gli ingredienti di uno scontro annunciato ci sono tutti, malgrado la calma apparente che regna a Clichy-sous-bois da ieri mattina. In questo comune del dipartimento della Seins-Saint Denis, alla periferia di Parigi, si è verificato un fatto grave, giovedì scorso : due ragazzini, 15 e 17 anni, Bouna e Zyed, sono morti folgorati dopo essersi rifugiati in una centrale elettrica di Edf e aver scavalcato un muro alto tre metri protetto con filo spinato. Sono state le affermazioni affrettate - e false - del ministro degli interni, Nicolas Sarkozy, ad aver poi gettato olio sul fuoco e scatenato la rivolta dei giovani del quartiere popolare dove è avvenuto il fatto, che per tre giorni e tre notti hanno organizzato una guerriglia urbana, bruciato auto, costruito barricate, ferito poliziotti, che erano stati mandati in massa per sedare la rivolta, e aggredito i pompieri: il ministro, senza prove, ha subito detto venerdì scorso che i giovani deceduti e un loro amico che è stato gravemente ferito nella centralina elettrica, stavano fuggendo alla polizia dopo aver commesso un furto in un cantiere. In realtà, non c'è nessun cantiere sul posto, nessun furto era stato commesso, ma da una prima indagine è risultato che i giovani, che stavano giocando a calcio in un terreno abbandonato del comune vicino di Livry-Gargan, sono scappati quando hanno sentito che la polizia era arrivata nel quartiere per fare un « controllo d'identità. Gli scontri tra giovani e polizia seguiti alle affermazioni di Sarkozy (riprese, anche se un po' attenuate, dal primo ministro Dominique de Villepin) si sono conclusi con un altro fatto grave: domenica, una bomba lacrimogena è scoppiata all'interno della moschea locale. I fedeli hanno accusato la polizia, le autorità in un primo tempo hanno negato, per poi ammettere che effettivamente la granata era di quelle in dotazione alle forze dell'ordine. Ma ancora ieri, Sarkozy ha aggiunto : «Questo non vuol dire che sia stata la polizia a spararla». Sarkozy insinua il dubbio, la bomba lacrimogena può essere stata prima rubata a un agente e poi fatta esplodere apposta per surriscaldare ancora un po' il clima.

Ogni fine settimana si ripetono scontri tra giovani e polizia nei cosiddetti «quartieri difficili» della grande periferia parigina. Adesso Sarkozy, che mira all'Eliseo, denuncia «trent'anni di fallimenti nelle banlieues» e promette : «Impiegheremo tempo ma daremo agli abitanti di questi quartieri quello di cui hanno diritto: la sicurezza». Sarkozy ha aggiunto che visiterà un quartiere «caldo» a settimana e che, nel caso di Clichy-sous-bois, «è la polizia che è stata aggredita», non i giovani.

In una recente visita a La Courneuve, nel giugno scorso (in seguito alla morte accidentale per arma da fuoco di un ragazzino), aveva affermato che «questo e i quartieri come questo verranno ripuliti al kärcher» (dal nome della marca di uno strumento per pulire ad alta pressione). Sarkozy fa ricorso a una terminologia di estrema destra per attirare elettori. Villepin, che è suo rivale per la candidatura della destra all'Eliseo, lo segue sulla stessa strada, anche se con meno violenza verbale. La sinistra sta a guardare, imbarazzata. Difatti, da un lato i problemi di sicurezza esistono, nei quartieri poveri, dove da trent'anni domina la disoccupazione, si sono organizzate bande e traffici di ogni tipo, la popolazione ha paura. Ma dall'altro, i «giovani» di questi quartieri si sentono messi sotto accusa ancora prima di essere stati giudicati: come è stato clamorosamente il caso a Clichy-sous-bois, dove Sarkozy e anche Villepin hanno subito parlato di un «furto» che non ha mai avuto luogo. Secondo Lionel Jospin, la sinistra era stata «ingenua» sulle questioni di sicurezza e per questo aveva perso le presidenziali del 2002. Ieri Laurent Fabius ha sottolineato il «clima terribile» creato nei quartieri difficili dalla politica di Sarkozy, ma poi ha subito puntato il dito contro la soppressione del «poliziotto di quartiere». La parola più diffusa tra i giovani quando parlano della loro situazione, è «rispetto»: è quello che chiedono al loro paese. Ma con Sarkozy «ormai la polizia ha pieni poteri», sottolineano. La grande marcia silenziosa organizzata domenica per ricordare Bouna e Zyed morti folgorati, guidata da ragazzi con scritto sulla maglietta «morti per niente», era in effetti un appello al rispetto, come primo passo per ricucire un dialogo ed evitare lo scontro e la corrispondente chiusura nelle identità di origine.