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Gettati in mare i clandestini muore un curdo
Otranto, scafisti assassini
OTRANTO (d.c.) - Non sapevano nuotare. E gli scafisti lo sapevano. Ma non hanno esitato a scaraventarli in acqua. Uno è morto, l'altro s'è salvato. Tutti e due curdi, tutti e due provenienti dalle montagne dell'Iraq, non avevano mai visto il mare, il canale d'Otranto che l'altra notte hanno tentato d'attraversare a bordo dei gommoni della speranza. Quel mare che, mentre erano in corso i pattugliamenti della Guardia costiera, ha restituito un altro corpo, quasi sicuramente un giovane albanese, aveva 15-16 anni, privo di documenti, probabilmente veniva in Italia per cercare lavoro. Due vittime, quindi, nella notte più difficile "da almeno tre mesi", dicono le forze dell'ordine che hanno rintracciato un centinaio di extracomunitari, soprattutto curdi e albanesi sbarcati sulle coste del Salento. E le condizioni del tempo non promettono nulla di buono: mare calmo, assenza di vento, quasi scontato l'arrivo di altri disperati.
Il corpo del curdo gettato in acqua dagli scafisti albanesi è stato trovato alle 6 di mattina dall'equipaggio di un gommone della Guardia di Finanza che stava trainando un'altra imbarcazione di clandestini verso il porto di Otranto. I finanzieri hanno notato all'altezza di Torre dell'Orso uno scafo diretto verso l'Albania, probabilmente dopo aver fatto sbarcare il suo carico di immigrati. Da bordo è stato dato l'allarme alle unità a terra. I finanzieri hanno così trovato sulla spiaggia tre clandestini. Uno era già morto. Non aveva documenti, era curdo, dall'apparente età di 20 anni.
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