"L'Albania È la Colombia d'Europa"
La mafia del narcotraffico
di DOMENICO CASTELLANETA
da "La Repubblica " del 06 Maggio 2000
BARI

- Gli albanesi sono diventati i padroni europei del narcotraffico. Ne è convinta la Direzione investigativa antimafia di Bari (Dia), ne sono coinvinti gli investigatori americani della Dea giunti a Bari per uno scambio d'informazioni con i vertici della Guardia di Finanza. Ormai sugli scafi viaggiano due merci preziose: prostitute e droga. Quest'ultima, soprattutto, grazie alla quale la mafia albanese è divenuta la più temibile d'Europa, come conferma il procuratore generale di Bari, Riccardo Dibitonto. In un dossier della Dia di Bari sono ricostruiti i movimenti e, soprattutto, la geografia del nuovo narcotraffico balcanico. Proprio ieri gli investigatori pugliesi hanno sequestrato in Lombardia 18 chili di eroina, 32 pani, eroina turca tipo "T4 beige", un tipo di sostanza stupefacente con un principio attivo che arriva al 20 per cento e che, poichè è particolarmente grezza, è ritenuta molto pericolosa. Eroina destinata al mercato lombardo, ma non solo: secondo gli investigatori della Dia ogni notte, insieme ai clandestini, ormai in numero sempre minore, costretti a lasciare l'Albania per necessità, trovano posto sui gommoni che attraversano l'Adriatico, chili e chili di droga, spesso trasportati a destinazione da corrieri improvvisati, gli stessi clandestini che in questo modo riescono a pagare il biglietto del viaggio. Sono cinque, secondo la Dia, le famiglie mafiose di Durazzo che controllano il traffico di stupefacenti. Clan divenuti potentissimi, a tal punto da allearsi con i narcos colombiani, grazie alle ramificazioni albanesi negli Stati Uniti. Già tre anni fa, come disse la Direzione distrettuale antimafia di Lecce, i clan albanesi tentarono di produrre in proprio la pasta di cocaina. Poi, però, sono riusciti a ottenere dalla Colombia un canale d'approvvigionamento diretto e speciale. Il patto è stato siglato grazie alle referenze di albanesi trapiantati negli Usa. La droga, in particolare grandi quantità di cocaina, dopo un giro da un continente all'altro, arriva all'aeroporto Rinas di Tirana. Poi le spedizioni vengono smistate verso i mercati europei attraverso i gommoni, proprio quelli che trasportano clandestini e prostitute. E così, la rete di collegamento via mare che un tempo era la strada della speranza per migliaia di albanesi giunti in Italia per trovare "Lamerica", è divenuta il principale canale di approvvigionamento di risorse economiche - centinaia di miliardi - per i clan albanesi, così forti da costituire oggi un vero antistato. Grazie ai gommoni - la flotta di Valona ne conta 250 - la mafia albanese ha siglato un patto di ferro anche con i clan turchi: in questo modo scafisti e scafi degli albanesi trasportano non solo la droga turca, ma anche i clandestini asiatici, soprattutto i curdi, solitamente gestiti dalla mafia turca. In cambio di questi servigi, i clan di Instanbul pagano un corrispettivo alle famiglie albanesi. Ma non in soldi. La valuta di pagamento è l'eroina. Così la droga può alimentare un secondo traffico nel canale d'Otranto. Questo per quanto riguarda l'eroina. La marijuana, invece, adesso viene prodotta direttamente in Albania. Nella zona meridionale di Fier, i campi di patate sono stati bruciati e sono stati riconvertiti con coltivazioni di canapa indiana. Secondo fonti investigative pugliesi, i clan albanesi si sono organizzati scientificamente allestendo non solo piantagioni a cielo aperto, ma perfino serre illuminate con grandi lampade artificiali, in modo da garantire la produzione della canapa tutto l'anno.