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Il premier Silvio
Berlusconi |
ROMA - I tuoni di
Umberto Bossi contro i
fulmini di
Rocco Buttiglione. Ma
alla fine, dai litigi della maggioranza
sull’immigrazione emerge un
compromesso: il
contestato
emendamento Tabacci,
dal nome dell’ex dc che lo propone, potrebbe essere
«salvato» con un
provvedimento a parte.
E quindi aprire le porte per una
mini-sanatoria, non
solo di
colf e badanti già
inseriti nella nuova legge sull’
immigrazione, ma anche
degli altri
extracomunitari che
lavorano in nero. Forse insieme al
decreto
che programmerà le nuove quote di ingresso. Ma
per tutta la giornata la
Casa delle
Libertà è stata alle prese con posizioni
apparentemente inconciliabili. Tanto che durante il
Consiglio dei ministri
è dovuto intervenire direttamente
Silvio
Berlusconi: «Ho fatto presente che non ci poteva
essere un
contrasto di questo
tipo all’interno della
maggioranza. E ai
ministri "religiosi" ho dovuto
tirare
la giacca». In altre parole: basta con le
discussioni
tra
Udc e Lega perché
possono nuocere all’immagine del governo.
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Il ministro per le Riforme
Istituzionali Umberto
Bossi |
NESSUN
DUBBIO - l vicepremier
Gianfranco
Fini non ha comunque dubbi sulla
tenuta della
maggioranza: «Avrà la
capacità
di approvare il
disegno di
legge senza problemi». E, assicura, «senza»
l’
emendamento Tabacci: «È
un punto fuori dell’accordo tra i partiti della
coalizione». Ciò non vuol dire che non si possa
recuperare con un’altra
iniziativa di legge. Lo aveva già fatto capire il giorno
prima il ministro per i Rapporti con il Parlamento
Carlo Giovanardi
parlando di «
intoccabilità del
disegno di legge Bossi-Fini», ma anche di
«soluzioni
alternative». Ed è la stessa cosa che ha ripetuto
ieri mattina davanti ad un
Bossi
infuriato contro gli «ex dc che sanno fare solo
accordi trasversali» e
deciso a ottenere dal
governo
una condanna esplicita dell’emendamento
Tabacci.
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Extracomunitari attendono
in coda di fronte all'ufficio immigrazione della
Questura di
Milano |
SOLUZIONE
- Alla fine
Giovanardi ha strappato
quella che potrebbe essere la soluzione del
«litigio» nella Casa
delle Libertà e che poi è stata discussa dallo stesso
Bossi con i ministri
dell’Economia e del Welfare,
Tremonti e
Maroni in un vertice improvvisato a
Montecitorio. Queste le
ipotesi sul tappeto: approvazione della legge sull’
immigrazione entro il
mese di giugno (anche se deve ripassare al Senato) e
varo di un
provvedimento a parte,
o con
disegno di legge o con
decreto, per sistemare la posizione degli
immigrati che lavorano
in nero nell’industria.
Le nuove norme dovranno
indicare le
categorie di imprese
coinvolte e la loro
dimensione, la penale
da pagare e tutti gli altri
dettagli
contenuti nelle leggi che puntano a
sanare situazioni
irregolari.
TUTTI
CONTENTI - Con l’
obiettivo
di far
contenti tutti: la
Lega che potrà
rivendicare di avere
«blindato» la nuova
normativa sugli stranieri, e i
centristi
che potranno dire di avere vinto una
battaglia nelle corde
non solo dei
cattolici ma anche
delle piccole e medie industrie. Se tutto andrà bene.
Non mancano infatti le
difficoltà. Le fa
notare lo stesso «protagonista» della vicenda e cioè
Bruno Tabacci quando
insiste sulla
«contestualità» delle
due leggi (quella generale sull’immigrazione e la
mini-sanatoria degli extracomunitari-operai):
«Diversamente tutti gli
irregolari
potrebbero essere
cacciati
anche se già lavorano in Italia».
DECRETO DEI FLUSSI -
Quale soluzione? L’accenna ad un certo punto
Umberto Bossi pur
parlando di «casi particolari»: assorbire gli immigrati
da
regolarizzare nel
decreto dei flussi di
ingresso
per il 2002, ancora da varare.
Tabacci per il momento
non ritira il suo emendamento. Ma la
Camera, che ieri ha già
votato la
costituzionalità della legge, ha deciso di
riprendere le votazioni
solo dopo le
amministrative del 26
maggio. E
Berlusconi, alla fine
della giornata, si dichiara
«soddisfatto».
Roberto Zuccolini