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il manifesto - 27 Luglio 2003 SOCIETÀ pagina 09
indice societÀ

pag.08

In carcere le suore pacifiste
FRANCO PANTARELLI
NEW YORK
 
No dei sindacati alla centrale
EZIO VALLAROLO
TORINO
 
Referendum aperto ai migranti torinesi
CI. GU.
 
TERRA TERRA
Embargo sui diamanti di Monrovia
MARINA FORTI
 
ARMI
Sarin e Orange all'Italia
 
PUGLIA
In quattro travolti da treni
 
LA POLIZIA SFILA AL GAY PRIDE
 

pag.09

Viaggio nei campeggi militanti/3. Il No Tav in Val di Susa, nel torinese
Un movimento ad alta velocità
SARA MENAFRA
CONDOVE (Torino)
 
DON VITALIANO
«O i no global o la Chiesa»
ANGELO MASTRANDREA
 
LECCE
Assedio «no border» al cpt
ORNELLA BELLUCCI
LECCE
 
Dall'amianto all'uranio, cinque buone ragioni per dire no alla Tav
 
 

taglio basso

LECCE
Assedio «no border» al cpt
Corteo fino al centro di San Foca. Oggi si chiude
ORNELLA BELLUCCI
LECCE
Quando il variegato e compatto corteo antirazzista ha raggiunto i muri di cinta del cpt Regina Pacis, alcuni manifestanti hanno lanciato all'interno della recinzione dei palloni colorati. «La libertà è un diritto di tutti. Mondo aiutaci», c'era scritto in arabo su uno di quelli rilanciati all'esterno dai detenuti. Almeno 50 persone, addossate alle grate delle finestre, chiedevano giustizia. Blindatissimo il centro, protetto da un cordone di carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa a guardare sfilare il corteo conclusivo del «No border camp» di Frassanito. Moltissime le sigle, tutte sciolte nello slogan «No border, no nation, stop deportation!». Fitto il volantinaggio tra i bagnanti, molti dei quali ignari della presenza di una struttura di detenzione a pochi metri dai loro ombrelloni. Ad aprire il corteo, dietro il primo striscione, c'erano i migranti che hanno denunciato i gestori del centro per le percosse subite. Molti i tedeschi, gli inglesi e i francesi in corteo, composita la partecipazione italiana: collettivi e gruppi sono giunti in Salento dalla Campania, dalla Basilicata, dall'Emilia, dal Veneto e dalla Toscana. Molte le radio libere e i mediattivisti indipendenti, curiosi dei «curiosi», invitati a parlare ad ogni angolo di strada.

Ma il momento più alto si è avuto proprio davanti al centro: a un certo punto uno dei trattenuti ha appeso alla grata una maglietta della nazionale italiana. Francesca, dello Ska di Napoli, si lascia sfuggire: «qui davanti ci sono venuta l'altro giorno e mi sono sentita impotente. Oggi no». Unico parlamentare in corteo, Giovanni Russo Spena del Prc. «Su indicazione del tavolo migranti abbiamo costruito un osservatorio di controllo di tutti i centri di detenzione», annuncia. La manifestazione non è stata l'unica azione della giornata. In mattinata una delegazione di attivisti del No border camp ha raggiunto il don Tonino Bello di Otranto, da marzo centro di identificazione per richiedenti asilo. Antonella Mangia, del Lecce social forum, insieme ad altre 4 persone, senza parlamentari né consiglieri regionali, è riuscita ad entrare: «Altro che centro di identificazione: è un vero e proprio cpt. Ora ci sono 24 persone, tra cui 5 donne e due bambini, ma ci sono anche degli albanesi in possesso di permesso di soggiorno per motivi di giustizia. Per loro è come essere agli arresti domiciliari».


 
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