il manifesto - 19 Giugno 2003
E l'Italia chiede aiuto all'Unione europea
Il summit di Salonicco si apre sull'immigrazione. Movimenti in piazza contro la «fortezza Europa»
ANGELO MASTRANDREA
Stretto nella morsa delle polemiche interne alla maggioranza, il governo italiano si affida alla stampella europea per evitare che la questione immigrazione deflagri in maniera irreparabile al proprio interno. Per questo Berlusconi e Frattini hanno chiesto e ottenuto che il primo argomento all'ordine del giorno del vertice Ue che comincia oggi nella superblindata Porto Carras, 120 km a sud di Salonicco, sia proprio quello dell'immigrazione. Già nella bozza delle conclusioni del vertice, cui hanno lavorato nei giorni scorsi a Lussemburgo i ministri comunitari, sarebbero contenuti «tutti i punti» sollevati dall'Italia, come ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini, perché «l'immigrazione clandestina è un problema europeo, di cui tutta l'Ue si fa carico». Nella lettera di invito al summit, poi, il premier greco Costantin Simitis, presidente di turno del Consiglio europeo, pone quattro argomenti di discussione. Il primo riguarda il coordinamento del controllo delle frontiere esterne dell'Unione, per il quale vanno prese «nuove iniziative» perché sia reso operativo. Il secondo riguarda la cooperazione con i paesi da cui partono gli immigrati, «quale elemento delle loro relazioni con l'Ue». Il terzo concerne invece il finanziamento della politica europea dell'immigrazione, e l'Italia a questo proposito chiede più «risorse per la prevenzione e il contrasto dei flussi». Il quarto, infine, riguarda l'integrazione sociale degli immigrati già presenti in Europa, che «dovrebbero avere diritti e obblighi paragonabili a quelli dei cittadini Ue». Una discussione che sarà dunque centrata soprattutto sulle misure di polizia per chiudere ulteriormente le frontiere della «fortezza Europa», e che probabilmente incontrerà scarso gradimento presso le organizzazioni che si occupano della materia e che oggi pomeriggio scenderanno in piazza a Salonicco proprio per contestare le politiche europee sull'immigrazione. Proprio ieri sera nella città ellenica si è svolta un'assemblea dei movimenti europei sull'argomento. C'è poi la discussa questione della proposta inglese di creare «zone di protezione» nelle aree di origine per gli immigrati che vogliono entrare in Europa. Nei giorni scorsi un'inchiesta del giornale inglese Observer aveva attribuito al governo Blair l'intenzione di creare «campi di transito» in Croazia per trasferirvi una parte degli immigrati provenienti da quel paese. Un progetto bocciato da diversi paesi europei, quali la Germania e la Svezia, in quanto contrasterebbe con la Convenzione di Ginevra, e fortemente criticato da associazioni di tutela dei diritti umani, come Amnesty international. Il ministro degli esteri inglese Jack Straw ha negato che Londra stia «lavorando attivamente» alla creazione di questi campi, però ha rilanciato la proposta delle «zone di protezione» in cui trasferire gli immigrati. Una proposta alla quale l'esecutivo Ue non sarebbe ostile, anzi starebbe pensando a dei «progetti pilota» che «potrebbero essere un test per capire come gestire i vari progetti legali, logistici e finanziari», come ha spiegato un portavoce della Commissione europea, e che potrebbero ricevere il via libera proprio a Salonicco.