il manifesto - 18 Giugno 2003
«No ai cannoni e ai giri di vite»
L'Udc Volonté: «Sul diritto di asilo la Lega non può fermare il parlamento»
MICAELA BONGI
ROMA
La Lega non ritira i cannoni nemmeno di fronte ai morti nel Canale di Sicilia e, anzi, con il ministro della giustizia Roberto Castelli rievoca la prima guerra mondiale per dire che va fermato l'«esercito di inermi, ma non per questo meno pericoloso» formato da quegli immigrati che tentano di sbarcare sulle coste italiane. E il capo del Carroccio, Umberto Bossi, avverte che lui è «fermo come una roccia» nella guerra ai clandestini. Il capogruppo dell'Udc alla camera, Luca Volonté, confida nel ministro degli interni Beppe Pisanu, contro «cannoni e giri di vite».

Insomma, Volonté, quello della Lega è davvero solo «rumore politico», come dice il ministro della difesa Antonio Martino?

Rispetto all'ipotesi di mandare le nostre navi a bombardare barche cariche di uomini, donne e bambini, sì, è solo rumore politico. Mi sembra invece una buona idea quella del ministro degli esteri Franco Frattini di rigore e fermezza contro i trafficanti di esseri umani, gli scafisti. La camera aspetta di votare una legge sulla tratta di esseri umani. Approvare subito quella legge sarebbe un buon segnale da parte nostra.

E invece la Lega vuole fermare la legge sul diritto di asilo.

La Lega non può fermarla, perché c'è una larga maggioranza su quel provvedimento. La Lega non fa niente di diverso da quanto fatto in consiglio dei ministri, quando si è opposta al recepimento della direttiva europea sul diritto di asilo. Non è una novità. Ma il parlamento farà lo stesso il suo lavoro perché anche l'Italia offra a chi fugge un approdo, con tutti i diritti del caso.

Nella prossima riunione del consiglio dei ministri, venerdì, lo scontro si riaprirà sull'attuazione della Bossi-Fini?

Penso di no, il ministro degli interni Beppe Pisanu non solo ha senso dello stato, ma volontà di applicare bene l'ultima legge sull'immigrazione.

La Lega non sembra convinta. Anche se lo stesso ministro Maroni, che centellina i decreti flussi e le quote di ingressi, va nella direzione opposta a quella di affrontare l'emergenza. Non è la chiusura delle frontiere a alimentare l'immigrazione irregolare?

Per impegno del governo i decreti sui flussi saranno emanati con più solerzia appena si concluderanno le procedure per le regolarizzazioni anche sul piano amministrativo. Ma alcune delle osservazioni fatte oggi dalla Caritas sono da condividere, laddove si dice che non servono né cannonate né giri di vite, ma bisogna coniugare severità con accoglienza.

Per le politiche dell'accoglienza, secondo quanto sostengono associazioni e sindacati, non ci sono nemmeno i soldi...

Sono osservazioni preventive. Fino a oggi chi è arrivato in Italia è stato accolto e rifocillato e messo in condizione di vivere in un paese più accogliente e pieno di solidarietà. Certo, se arrivassero centomila immigrati tutti insieme...

Bossi ripete che lui è fermo come una roccia: i clandestini vanno fermati, e va anche approvata la sua devolution.

La nostra è una casa che si fonda su quattro pilastri che sono tutti o di roccia o di cemento armato. Noi abbiamo posto quattro grandi temi: famiglia, attuazione della riforma Moratti, ricerca per le imprese e mezzogiorno. Sugli altri temi, come la riforma del titolo V e l'immigrazione, non ci sono motivi per pensare che Pisanu faccia cose diverse da quanto annunciato, o che sulla Devolution sia ritirato un testo condiviso. Spero che la Lega porti delle ragioni sia in consiglio dei ministri che nella riunione di maggioranza.

Ma sull'«interesse nazionale» cui fa riferimento la riforma del Titolo V e che Bossi non digerisce, siete disposti a tornare indietro?

No, niente affatto. Non si può vanificare un testo condiviso e uno schema di disegno di legge già approvato dal consiglio dei ministri. Se altri hanno cambiato idea... portino le loro ragioni. Sicuramente la verifica sarà fatta, bene e prima del semestre europeo. Dobbiamo riflettere in modo molto approfondito su come rilanciare l'azione propulsiva del governo e della maggioranza prima che inizi il semestre.

Ma Berlusconi rienterà da Salonicco solo sabato. Restano dieci giorni. I tempi non sono un po' stretti, per una verifica così approfondita? Forse alcune questioni saranno rimandate alla fine del semestre Ue...

I tempi ci sono, come c'è la necessità di fare le cose bene. Ricordo a me stesso il detto «fare di necessità virtù». Sarà una grande virtù fare tutti gli approfondimenti del caso prima della fine del mese.