il manifesto - 26 Aprile 2003
Il Viminale visita i centri per migranti del Salento
Sotto osservazione i conti de Lorizzonte e del Regina Pacis. Dalle relazioni emergerebbero molte irregolarità
ORNELLA BELLUCCI
LECCE
Fino a ieri nessuno lo sapeva, ma ora le voci iniziano a circolare insistentemente: da almeno un mese la gestione dei centri di accoglienza salentini è all'attenzione del ministero dell'interno. Il Viminale sta indagando su presunte irregolarità contabili del Ctm Movimondo, l'associazione che sino al 31 marzo ha gestito il centro d'identificazione Lorizzonte di Casalabate, e del cpt Regina Pacis di San Foca, governato dall'omonima Fondazione, espressione della Curia. L'obiettivo è ricostruire l'iter delle convenzioni e dei contratti privati di cui sono titolari quelle associazioni «senza fini di lucro», che in Salento, a partire dall'emergenza sbarchi, hanno gestito i fondi statali per il «mantenimento» dei migranti. Documenti che ora saranno confrontati con quelli che giacciono negli archivi del ministero. Sull'esito dell'ispezione vige il più stretto riserbo, sebbene dalle relazioni ministeriali inviate ai magistrati che indagano sugli stessi centri, si evincano evidenti e numerose irregolarità. Bocche cucite invece in Prefettura.

L'attenzione sulle gestioni delle strutture di trattenimento per stranieri del leccese ora si fa obbligata. Dal 1 aprile le sedi destinate all'«accoglienza» sono due: il centro di permanenza temporanea Regina Pacis, e il centro di identificazione Don Tonino Bello di Otranto, gestito dal comune. Lorizzonte di Casalabate, attualmente occupato dagli operatori del Ctm rimasti senza lavoro, è stato chiuso a fine marzo perché la provincia, proprietaria dell'immobile, non ha partecipato alla gara d'appalto indetta dal prefetto per affidare la gestione dei centri. Le ombre ora si addensano proprio su Lorizzonte: sotto la lente d'ingrandimento dei tecnici del Viminale lo stanziamento di alcuni milioni di euro destinati dallo stato alla ristrutturazione del centro. E il nodo è tutt'altro che sciolto: se ristrutturazione c'è stata, come mai i vigili del fuoco hanno dichiarato la struttura inagibile? Ma da ministero tentano di far luce anche sul giallo Regina Pacis: sul libro contabile 2001 del centro di permanenza temporanea di San Foca figura un 29 febbraio sospetto ma senz'altro proficuo per i gestori, che in quella data dichiarano di aver accolto almeno una sessantina di profughi. Un semplice errore per don Cesare Lodeserto, direttore del Regina Pacis, che due mesi fa ha chiesto alla Procura il rimborso di poco più di 75mila euro per aver «dimenticato» di comunicare l'arrivo dell'ennesima tornata di ospiti. Alla questura il compito di verificare la richiesta, ma al momento sul tavolo del prefetto l'ok non è ancora giunto. Per questi fatti è finito sotto inchiesta proprio il funzionario della questura che coordina il servizio immigrazione.