il manifesto - 30 Marzo 2003
Trapani, fuga dal centro di detenzione
Dodici immigrati scappano del «Serraino Vulpitta». Ma in undici vengono subito riarrestati
LAURA GENGA
Dodici immigrati sono riusciti a fuggire dal centro di permanenza temporanea Serranio Vulpitta» di Trapani. E' accaduto venerdì pomeriggio, mentre un'autobotte riforniva le cisterne del centro, approffittando della minore attenzione della vigilanza. La loro fuga verso la libertà è però durata solo qualche ora. Dieci di loro, infatti, sono stati rintracciati dalla polizia in poco tempo. Un altro, invece, è stato rintracciato nella notte tra venerdì e sabato, mentre cercava di raggiungere Marsala a piedi. Tutti gli sarebbero stati trasferiti nel cpt di Caltanissetta. Il dodicesimo è tuttora ricercato dalla polizia.

Non è l'unica evasione della storia del Vulpitta, primo cpt inaugarato in Italia, tristemente noto per la strage del 29 dicembre del `99, seguita ad un incendio scoppiato durante una rivolta in cui persero la vita sei nordafricani. Per quei morti è stato rinviato a giudizio Leonardo Cerenzia, l'ex prefetto di Trapani all'epoca responsabile della struttura, con le accuse di omicidio colposo plurimo, omissione di atti d'ufficio, lesioni personali colpose, omissioni colpose di cautele. Nel centro infatti mancavano le misure di sicurezza imposte dalla legge: non c'erano estintori, vie di fuga, segnalatori di fumo né un sistema di serrature a sblocco manuale istantaneo dall'interno, per facilitare l'uscita in situazioni di pericolo. Fu proprio la porta della cella chiusa dall'esterno - i poliziotti dopo aver chiuso dentro gli immigrati dissero di aver perso le chiavi - a impedire di soccorrere gli immigrati assediati dal fuoco.

Il Vulpitta nei mesi successivi venne chiuso, per essere poi riaperto dopo una sommaria ristrutturazione. Spiega Pietro Milazzo, dell'associazione siciliana Cambiare rotta: «Pur essendo migliorate rispetto a qualche anno fa, quando erano terrificanti, le condizioni di vita rimangono ancora molto precarie». Uno dei nodi del problema, continua Milazzo, «è senza dubbio il sovraffolamento». Per verificare quanto accaduto venerdì, il deputato regionale Lillo Micciché ha annunciato per oggi una visita al Vulpitta. Sempre oggi, alle 14, le associazioni terranno un presidio alla prefettura per protestare contro il centro di detenzione e per sollecitare la ripresa del processo, fermo dal 2001.