il manifesto - 04 Marzo 2003
Quei charter della vergogna
Francia, tornano le espulsioni collettive di immigrati respinti al confine. Proteste in Africa
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
Ivoli charter per espellere in massa i clandestini indesiderabili, metodo abolito dal governo Jospin nel `97, sono di nuovo di attualità. Ieri mattina alle 9,15, con grande discrezione, 30 ivoriani e 24 senegalesi sono stati imbarcati all'aeroporto di Roissy-Charles de Gaulle su un aereo della compagnia Euralair Horizon, affittato dal governo con la collaborazione di quello tedesco, che ne ha approfittato per espellere un «suo» senegalese. Il piano di volo prevedeva uno scalo ad Abidjian e uno a Dakar. Nel primo, lo sbarco è stato molto movimentato: una folla ostile ha raggiunto l'aereo e spintonato gli agenti che accompagnavano gli espulsi; i poliziotti (89 francesi e alcuni tedeschi) sono riusciti a stento a risalire a bordo e ripartire. Non è la prima collaborazione europea nelle espulsioni. Di recente, un aereo partito dall'Olanda con 117 rom bulgari ha fatto scalo a Lione per caricarne altri sette espulsi dalla Francia. Mercoledì scorso era partito già un altro charter da Roissy: 15 cinesi accompagnati da 30 poliziotti erano stati rimpatriati di forza.

Le associazioni di difesa degli immigrati organizzano oggi una protesta in place de la République a Parigi alle 18,30. Secondo l'Anafe (Associazione nazionale di assistenza alle frontiere per gli stranieri), i voli di gruppo «privano gli stranieri di ogni possibilità di resistenza». Il governo risponde che è proprio per ragioni di sicurezza che sono tornati i charter: di recente, due persone, un argentino e un somalo, sono decedute, rispettivamente il 30 dicembre 2002 e il 16 gennaio scorso, dopo essere state caricate a forza su un volo di linea Air France verso i rispettivi paesi. L'Anafe afferma che il ritorno ai charter porterà al non rispetto della legge, perché il governo, per rendere redditizi i voli, cercherà di mettere assieme il maggior numero possibile di persone di una stessa nazionalità, senza attendere le sentenze giudiziarie. Già gli ivoriani e i senegalesi espulsi ieri, così come i cinesi di mercoledì, non avevano avuto la possibilità di rivolgersi alla giustizia.

«E' una grande première - afferma Patrick Delevouin di Amnesty International - è la prima volta che viene utilizzato un charter per stranieri che sono appena sbarcati e non per stranieri già sul territorio e condannati all'allontanamento». Il governo afferma di voler «disintasare» la zone di attesa dell'aeroporto di Roissy: la settimana scorsa c'erano 427 persone, tra cui molti minorenni, intasati a Roissy in uno spazio previsto per 297 posti, che hanno passato giorni in condizioni di igiene spaventose. «Arrivano, non conoscono i loro diritti - spiega Delouvin - e sono respinti senza aver avuto altro contatto che con la polizia. Oggi, non sappiamo chi siano questi ivoriani che vengono respinti».

Secondo Il Mrap (Movimento contro il razzismo e l'antisemitismo) questo metodo «trasforma le espulsioni in operazioni clandestine». Per l'avvocato Michel Tubiana, presidente della Lega dei diritti dell'uomo, «è chiaro che il ritorno delle espulsioni collettive ci riporta alla mente degli incidenti drammatici»: il primo charter, nell'86 (ai tempi di Charles Pasqua agli interni) che aveva imbarcato di forza 101 cladestini del Mali, aveva suscitato forti controversie. Il 2 marzo del `97, poco prima che Jospin sospendesse questo genere di operazioni, 77 clandestini del Mali espulsi avevano messo a sacco l'aereo che li aveva riaccompagnati a Bamako e 23 poliziotti francesi erano rimasti feriti.

Con i charter, il governo vuole evitare le proteste che accompagnano le espulsioni sui voli di linea, dove i passeggeri si ribellano nel vedere i metodi dei poliziotti (l'immigrato è fatto salire a bordo prima dei passeggeri, poi obbligato a restar seduto piegato in due, con due agenti che lo tengono fermo premendogli le scapole) e spesso il comandante rifiuta di decollare.