il manifesto - 25 Febbraio 2003
All'asta l'accoglienza immigrati in Puglia
Verranno assegnate così nel Salento le commesse per nuovi Cpt e centri d'accoglienza
ORNELLA BELLUCCI
LECCE
Sarà una gara d'appalto ad assegnare, per i prossimi due anni, la gestione dei Cpt (centri di permanenza temporanea) salentini. Il prefetto di Lecce, Giovanni D'Onofrio, si affida al miglior offerente. Il bando scade il 31 marzo, vincerà l'asta chi garantirà una struttura adeguata. Sarà privilegiata l'offerta di chi ne sia già in possesso. Tra i concorrenti il Cpt «Regina Pacis» di San Foca, il centro di identificazione per richiedenti asilo «Lorizzonte» di Casalabate e quello di primissima accoglienza «Tonino Bello» di Otranto. Le convenzioni tra prefettura e centri, scadute il 31 dicembre, alla luce dei nuovi standard fissati dal ministero degli interni, non sono state prorogate automaticamente. Le norme riguardano le condizioni di agibilità delle strutture, i servizi e la professionalità del personale impiegato.

Ma sul Regina Pacis, creatura della Curia leccese, pesano gravi ombre. I gestori del centro sono indagati per presunti abusi perpetrati ai danni di 17 ex reclusi. Lesioni personali, violenza privata, eccesso dei mezzi di correzione e ingiurie: questi i reati contestati dal pm Carolina Elia al direttore don Cesare Lodeserto, a 6 membri del suo staff e a 11 carabinieri in servizio nel centro. L'incidente probatorio avrà luogo il 3, 4 e 6 marzo. Fatti che potrebbero costare l'affare alla Fondazione. Ma gli addetti ai lavori escludono che la Caritas, le Misericordie e la Croce rossa propongano proprie strutture, specie se ancora da realizzare e per una convenzione di soli due anni. Per cui il Regina Pacis, anche stavolta, potrebbe spuntarla.

Il Tonino Bello di Otranto, invece, è di proprietà del comune. Da quando è terminata l'emergenza sbarchi, si è svuotato. Destinato alla primissima accoglienza, è sempre stato un centro di smistamento: ospita i migranti appena sbarcati, in attesa di essere destinati ad altro centro.

Lorizzonte, di proprietà della Provincia, è gestito dall'omonima Fondazione onlus, emanazione dell'organizzazione Ctm. «Un centro d'identificazione per asilanti pronto a involversi in un Cpt», denuncia Giovanni Russo Spena, deputato del Prc, che lo ha ispezionato. «Il primo nodo da sciogliere è la retta. 35mila lire giornaliere ad ospite sono insufficienti». Eppure il centro si presenta come un grande cantiere con lavori in corso. «Ristrutturazioni costose», spiega, «segno che il portafogli della fondazione che lo gestisce non sia così a secco». E di fronte al sovraffollamento i conti sembrano tornare.

Dunque in Salento l'asta per le carceri private è aperta. Prorogate anche le convenzioni con l'Asl Lecce1, cui la prefettura affida la sorveglianza sanitaria e le prime misure di profilassi nei centri Regina Pacis e Lorizzonte. Convenzioni che per i prossimi tre anni non saranno rinnovate. Ma perché vige questa politica di «gestione dell'accoglienza»?

Mentre la domanda resta aperta, Fulvio Vassallo dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione precisa: «L'art.13 della Costituzione imporrebbe, a 48 ore dall'arresto dello straniero, un controllo da parte del magistrato. Questo non avviene. C'è da pensare a una politica nuova, che escluda l'utilizzo di strutture ignobili come i Cpt».