il manifesto - 30 Agosto 2002
Treviso, gli immigrati vanno a casa. Grazie alla diocesi
A Treviso gli occupanti accettano le proposte e sgomberano il Duomo. Mentre in Francia il ministro degli interni dice no alla regolarizzazione dei sans papiers. E il vescovo li sfratta dalla basilica occupata
MICHELA SANTI
TREVISO
Ieri pomeriggio hanno staccato il telone con la scritta «casa, diritti, dignità», appeso tra due colonne del Duomo da una settimana. E' stato il segnale della fine del presidio. Non tutte le famiglie di marocchini sgomberati da Borgo Venezia hanno le chiavi in mano degli appartamenti, ma ieri dopo un'intensa giornata di incontri e assemblee, si sono lasciate convincere. Per ora sono quattro le famiglie che sono entrate nei tre appartamenti trovati dalla Caritas nell'immediata periferia Trevigina. L'ente diocesano si è impegnato a contribuire al pagamento dell'affitto che graverà sui marocchini solo fino a 400 euro al mese. Un altro nucleo e tre singles, ieri si sono sistemati nei locali della canonica della parrocchia di Varago. Per Moufhine El Moloudi si è preoccupato il datore di lavoro, e per la famiglia Ezzaim (composta da 8 membri), il comitato M21 ha trovato un appartamento a Ponzano Veneto. Un altro alloggio sarà procurato nei prossimi giorni da Unindustria, mentre, per i lavoratori fuori provincia si sono contattati i rispettivi datori di lavoro. Nel frattempo abiteranno in albergo pagato con il gruzzolo di 5 mila euro messo a disposizione dagli industriali. Ci è voluto il viceconsole del Marocco Ahmed Rawan per dire la parola «basta all'occupazione del Duomo». Dopo aver incontrato il prefetto vicario Vittorio Capocelli, ieri mattina, il viceconsole ha parlato ai suoi connazionali invitandoli ad accettare le sistemazioni offerte. Così ieri pomeriggio il vescovo Paolo Magnani ha potuto annunciare la soluzione al problema casa con un sorriso di sollievo. Ma una cosa è certa a Treviso (che da oggi riprende, senza sensi di colpa, il quieto vivere a cui è abituata): i rapporti tra vescovado e amministrazione leghista si sono definitivamente interrotti. Questa volta il sindaco Giancarlo Gentilini ha davvero superato ogni limite: mentre il vescovo implorava la città di aprire gli appartamenti sfitti, lui rilasciava interviste contro «l'annacquamento della razza Piave», inflessibile nella sua linea di «tolleranza zero», anche di fronte a una ventina di bambini senza casa. «Togliamo il presidio- commenta Monica Tiengo di M21- ma l'appuntamento è per la manifestazione battezzata "The umanity day" e organizzata per il 15 settembre in centro a Treviso, in concomitanza con l'incontro tra Bossi e il sindaco Gentilini alla festa nazionale della Lega a Treviso. Stiamo organizzando treni speciali da tutta Italia. Per l'occasione si stanno muovendo anche i girotodisti». Ieri mattina sul piazzale del duomo è arrivato anche il «Tir dei diritti», partito da Ventimiglia all'insegna dell'articolo 18: «Non "razza Piave" ma "razza umana"» ha replicato la Cgil, mentre i marocchini stavano cercando di capire quali sarebbero state le loro future case e gli affitti che avrebbero dovuto pagare.