il manifesto - 25 Agosto 2002
Sbarchi in Puglia, arrivano dall'Iraq
Sono 200, quasi tutti uomini. Fuggono dalle persecuzioni e temono una nuova guerra
ANTONIO ROLLI
S. MARIA DI LEUCA
La legge Bossi-Fini non frena gli sbarchi di disperati che giungono sulle nostre coste. I 202 profughi sbarcati ieri mattina, intorno alle 8 e 30, nel porticciolo turistico di Santa Maria di Leuca, «stanno tutti bene», ci tengono a precisare le forze di polizia di frontiera intervenute nei soccorsi. Si tratta di uomini iracheni di etnia curda, tra i 25 e i 30 anni, che hanno dichiarato di fuggire dall'oppressione del rais Saddam Hussein. Tra loro c'era anche una giovane donna con un figlio di due mesi al seguito. L'imbarcazione sulla quale viaggiavano, un vecchio battello fluviale lungo 25 metri, partito da Smirne, in Turchia, ha affrontato il mare aperto per cinque giorni e cinque notti per essere poi intercettato, alle 3 e 15 di ieri, a 25 miglia al largo del Capo di Leuca dalla motovedetta della Guardia di Finanza "Zanotti". Secondo le prime testimonianze, i profughi avrebbero pagato il "biglietto" per il loro viaggio agli emissari della mafia turca (che gestisce il traffico di clandestini), del costo tra i duemila e i tremila dollari a testa. Al limite delle acque territoriali, poi, l'equipaggio, come avviene solitamente, ha abbandonato l'imbarcazione provocando volutamente un guasto ai motori. Fortunatamente i profughi sono stati subito intercettati ed è stato possibile evitare nuove sciagure visto che le condizioni del mare erano in forte peggioramento e il natante rischiava di finire sulle coste rocciose.

L'arrivo della motovedetta della Guardia di finanza, dunque, si è dimostrato tempestivo. Questo anche in barba alla nuova legge sull'immigrazione, la cosiddetta Bossi-Fini, che prevede che gli immigrati, compresi i bambini, le donne, i feriti, i naufraghi e coloro che cercano asilo come appunto i profughi curdi, siano respinti in mare, utilizzando a tale scopo anche le forze della Marina e dell'Aereonautica militare. «Probabilmente dal prossimo 9 settembre - sostengono alcuni volontari presenti ieri sul molo -data che sancisce definitivamente l'entrata in vigore della Bossi-Fini, le cose potrebbero decisamente cambiare». In peggio, ovviamente.

Una volta a terra i giovani curdi sono stati rifocillati, fatti salire su appositi pullman messi a disposizione dalla prefettura di Lecce e "spediti" presso il centro di prima accoglienza "Don Tonino Bello" di Otranto per procede alla loro identificazione. La loro età ha lasciato supporre anche che la minaccia di una possibile guerra all'Iraq, paventa nell'imminente futuro da parte degli Stati uniti d'America, stia portando, soprattutto gli uomini, a fuggire da quella terra per non "rischiare", come loro stessi affermano, «di essere arruolati nelle milizie di Saddam» proprio in vista della Desert Storme 2.