03 Marzo 2002
 
 
Un fiume di suoni stranieri
Più di diecimila a Bologna contro il centro di detenzione per gli immigrati
A. MAS. - BOLOGNA

Da qualche tempo è usanza portare nelle manifestazioni pentole e coperchi, e sbattendoli fra di loro, magari con l'ausilio di qualche altro utensile da cucina, si ottiene un fracasso che può essere variamente ritmato. Brevettato nelle proteste per il crack argentino di qualche mese fa, il cacerolazo è divenuto in breve tempo colonna sonora di cortei e manifestazioni in ogni parte del mondo. Se a questo ritmo rudimentale si aggiunge quello più professionale della Banda Roncati, amplificato dai portici bolognesi che fanno da cassa acustica, la colonna sonora di tre sound system e qualche djembe e bongo d'immigrati, ecco che l'impatto sonoro di un corteo di oltre diecimila persone, qual è stato quello che ieri pomeriggio ha attraversato le vie del centro di Bologna, si moltiplica così tanto che, come direbbero da queste parti, la metà sarebbe bastato.
A dire di no al centro di permanenza temporaneo di via Mattei, in via di ultimazione dopo lo "smontaggio" del 25 gennaio scorso ad opera dei Disobbedienti che ha costretto al rinvio dell'inaugurazione (il video dell'azione è stato proiettato ieri mattina in apertura dell'assemblea nazionale dei Social forum), sono soprattutto i diretti interessati, immigrati di varie nazionalità, soprattutto di origine centrafricana (molto nutrito lo spezzone dell'associazione 3 febbraio).
Gli immigrati aprono il corteo dietro uno striscione con su scritto "Smontare i lager per costruire la cittadinanza universale", seguiti dai Disobbedienti. E poi ancora studenti - tantissimi anche grazie alla concomitanza con la loro assemblea nazionale, che si concluderà oggi al Teatro polivalente occupato - Rete Lilliput, Cobas, Arci, Verdi disobbedienti, Rifondazione comunista, dirigenti regionali e militanti della Cgil (anche se il sindacato ufficialmente non ha aderito) e tutte le diverse anime dei Social forum, che hanno interrotto anch'essi per qualche ora l'assemblea nazionale per scendere in piazza. Si distingue il Forum sociale modenese, che ricorda a tutti come la questione dei centri di permanenza temporanea per immigrati non riguarda solo il capoluogo emiliano, ma anche città come Modena, appunto, dove è prevista la nascita di un altro dei quattro centri destinati ad accogliere gli immigrati in attesa di espulsione in Emilia Romagna. Per questo il locale Social forum chiede "un incontro pubblico con la giunta comunale e con il sindaco Barbolini" e auspica che le autorità locali abbiano "un ripensamento sul cpt, considerando la possibilità di una diversa destinazione d'uso della struttura, a fini di solidarietà sociale".
Slogan e striscioni, naturalmente, anche contro la legge Bossi-Fini appena approvata dal Senato e per la sanatoria per tutti gli irregolari (e non solo per le colf come vorrebbe il governo). Qualche momento di tensione quando un gruppo di ragazzi estrema destra fa il saluto romano al passaggio del corteo, ma il servizio d'ordine organizzato dai Social forum impedisce qualsiasi scontro fisico. Il corteo si conclude a piazza Maggiore, non prima di aver effettuato una deviazione per sfilare davanti a una prefettura blindata. Con l'effetto di sdoppiarlo, per un centinaio di metri, in un "doppio senso di marcia". Chi andava e chi veniva, quasi una metafora involontaria di via Mattei,.