Bologna, rinviata l'apertura del
Cpt I No
global manifestano a via Mattei, ma l'inaugurazione del centro
non c'è SARA MENAFRA - BOLOGNA
Nuovo rinvio. L'apertura del centro di
detenzione di via Mattei, prevista per ieri, è stata
nuovamente posticipata di un mese. A comunicarlo sono stati
gli stessi funzionari della prefettura, quando ieri mattina,
nonostante la pioggia battente, lungo via Mattei si è radunato
un presidio indetto dal Bologna social forum per protestare
contro l'annunciata apertura del centro di detenzione. La
polizia, arrivata in forze a presidiare l'edificio, ha
permesso solo a parlamentari (Mauro Bulgarelli dei Verdi e
Titti de Simone di Rifondazione) e consiglieri regionali
(Leonardo Masella di Rifondazione e Carlo Sabbi, indipendente)
presenti, di visitare l'interno del Cpt. I danni dello
smontaggio attuato dai Disobbedienti lo scorso 25
gennaio sono stati tutti riparati e ormai la struttura si
avvia a prendere la sua forma definitiva. Ad ospitare gli
immigrati bolognesi saranno due piani di stanze, ognuna con
cinque letti inchiodati al pavimento e tutte prive di luce
naturale, dato che le finestre preesistenti sono state
interamente murate. Le suppellettili sono tutte di cemento
armato e fissate al suolo: al posto degli armadi ci sono dei
cubi di cemento e anche i bagni sono "infrangibili". Anche le
gabbie all'esterno, abbattute a colpi di mazzetta durante lo
smontaggio di 3 settimane fa, sono tornate in piedi, così come
sulle pareti è risorto il rosa confetto allora annientato da
una miriade di scritte rabbiose e colorate. Insomma mancano
solo i classici ultimi ritocchi e l'assunzione del personale
della Croce rossa, incaricata di gestire la struttura.@"Questo
posto non ha niente di simile a un centro di accoglienza, è un
carcere con tanto di sbarre e filo spinato" hanno esclamato
insieme Titti de Simone e Mauro Bulgarelli all'uscita
dall'edificio, annunciando che martedì prossimo il presidente
della regione Emilia Romagna, Vasco Errani, incontrerà il
ministro dell'interno Scajola per discutere del caso via
Mattei. "Chiediamo al presidente della regione di non
accettare mediazioni - dice Domenico Mucignat dei
Disobbedienti - questo posto è un carcere. Se il
governo vuole aprirlo lo stesso, che almeno li lascino da soli
ad affrontare il conflitto che metteremo in atto contro questa
struttura".
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