Assalto al Cpt, indagati 30 no-global
SARA MENAFRA -
BOLOGNA
Il centro di permanenza temporanea in costruzione a Modena
farà la stessa fine di quello smontato a Bologna. Parola dei
disobbedienti del nord est che ieri hanno annunciato di
voler chiedere un incontro pubblico al sindaco modenese Giuliano
Barbolini, che ha già avviato i lavori di costruzione della
struttura. Intanto la procura di Bologna ha aperto le indagini
sullo "smontaggio" del centro di permanenza temporanea di via
Mattei, organizzato due giorni fa proprio dai disobbedienti. Sul
registro degli indagati compare già il nome di Luca Casarini con
le ipotesi di reato di occupazione abusiva e danneggiamento
aggravato di pubblico ufficio. Il pm Antonio Rustico, che conduce
l'inchiesta, ha reso noto che per Casarini c'è anche l'aggravante
di essere il promotore dell'occupazione. Oltre al portavoce dei
centri sociali del nord est, la polizia ha denunciato per
danneggiamento di edificio pubblico una trentina degli
anti-global che hanno partecipato all'occupazione, ma i numeri
potrebbero aumentare in seguito all'esame dei filmati della
polizia scientifica. Denunce o no i disobbedienti si
sono detti decisi ad allargare le iniziative contro i centri di
permanenza per immigrati e lanciano un appello al presidente
della regione emilia romagna Vasco Errani: "Se vuole davvero
dimostrare - dice Gianmarco De Pieri del Tpo di Bologna - di
essere diverso dal governo che ha proposto la legge Bossi-Fini
allora si decida a bloccare i lavori di costruzione dei tre lager
previsti in Emilia Romagna". E in effetti sembra che dalla
regione arrivi qualche apertura sulla protesta contro i Cpt:
"Occorre un chiarimento sul ruolo che questa struttura deve
svolgere nella realtà bolognese e regionale -ha dichiarato
venerdì il presidente Errani -in un quadro legislativo che la
motivava (Legge Turco-Napolitano) e che il governo intende
modificare. Il Centro di permanenza non può essere in alcun modo
un carcere e deve garantire i diritti e la dignità delle
persone".
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