08 Settembre 2001
 
 
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Bossi cavalca la paura
Dopo l'allarme rapine, al varo la legge sull'immigrazione. E la Lega prepara i gazebo
G. P.

" Dobbiamo accelerare, dopo gli atti efferati di questi giorni la gente ne ha piene le scatole. Questi atti sono pericolosi per la reazione checi può essere e quindi la legge sull'immigrazione sarà chiusa la prossima settimana". Umberto Bossi esce da palazzo Chigi e spara a zero. Annuncia che la stretta antimmigrati sarà esaminata, e varata, nel prossimo consiglio dei ministri, chiede al parlamento di preparare fin d'ora una corsia preferenziale per la nuova legge e attacca "la sinistra, responsabile di tutto questo, perché c'è chi ha perseguito l'immigrazione senza alcun controllo". La ventata di rapine in ville e villette del bergamasco e del vicentino, 15 colpi messi a segno in una settimana, l'ultimo proprio ieri notte nel piacentino, produce i suoi frutti. E questa volta l'allarme criminalità scopre di avere i suoi sponsor proprio nei palazzi romani. Dove per l'appunto siedono ora sia la Lega che Alleanza nazionale. Decisi più che mai a cavalcare l'onda, anzi a farsi nel caso la guerra per ottenere la palma del più duro.
Mentre le prefetture del nord si mobilitano, ieri ci sono stati vertici sia a Brescia che a Vicenza (quest'ultimo con i sindaci dei capoluogo veneti e i rappresentanti delle associazioni industriali) si scatena così l'ondata delle dichiarazioni feroci. Roberto Calderoli, segretario della Lega lombarda e oggi vicepresidente del senato, già fa appello alla piazza e proclama per sabato 22 il ritorno dei gazebo padani. "Dobbiamo allestirli in tutte le piazze del nord - dichiara, dopo aver tuonato contro 'la criminalità d'importazione' - per una mobilitazione totale della popolazione che finalmente potrà esprimere il proprio disagio e la propria esasperazione per l'immigrazione clandestina". Il responsabile sicurezza di An, Filippo Ascierto, si precipita invece al vertice indetto ieri dalla prefettura di Vicenza per chiedere più polizia per la strade del Veneto. Mentre il suo collega di partito Landi di Chiavenna propone che nella nuova legge ci sia quantomeno "il reato di permanenza in clandestinità...perché An è contraria a qualsivoglia forma di cedimento, ispirata da pseudoculture buoniste". Per non essere da meno, il forzista La Loggia rivela di aver già chiesto in consiglio dei ministri un'altra modifica. Ovvero l'introduzione di una norma che preveda, prima dell'assunzione di un lavoratore straniero, "la raccolta di tutte le informazioni possibili sul mercato del lavoro interno". Perché, come dichiara Bossi, "bisogna chiarire che nel nostro paese si entra solo per lavorare e sempre che non ci sia un altro lavoratore italiano che voglia occupare quel posto".
Ma a ben vedere chi ha davvero bisogno come il pane di cavalcare il nuovo allarme criminalità è soprattutto lui, il leader della Lega. Domenica 16 settembre, una settimana prima dell'invasione dei gazebo agognata da Roberto Calderoli, il senatur sarà infatti a Venezia per festeggiare quella che una volta era la proclamazione di indipendenza della Padania e che oggi più modestamente è la "giornata della devolution". E dovrà faticare non poco per spiegare a quel che resta del popolo leghista come mai "il governo del cambiamento" spinga oggi soprattutto per tagliare le pensioni o garantire a Confindustra la libertà di licenziare. Un'operazione che certo sarebbe un po' più facile se per quel giorno il consiglio dei ministri avesse davvero varato una legge restrittiva sull'immigrazione. Una legge che, dice ora Bossi, "dia al cittadino una percezione di sicurezza, cioè di essere padrone a casa sua".

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