23 Giugno 2001
 
 
Gli immigrati iscritti al sindacato
M. CA. - DALMINE


Quanti lavoratori immigrati sono iscritti al sindacato? I dati dichiarati dalle tre confederazioni dicono: novanta mila alla Cgil, centocinque mila alla Cisl, venticonque mila alla Uil. Si riferiscono all'anno 2000 e registrano sull'anno precedente un incremento del 10% per Cisl e Uil, superiore al 20% per la Cgil. Sono cifre ancora modestissime sul totale degli iscritti alle tre confederazioni (dove i pensionati, com'è noto, superano i lavoratori attivi). Ma se si rapportano ai 550 immigrati con posizione contributiva, risulta che quasi la metà dei lavoratori extracomunitari in regola sono iscritti al sindacato. A occhio, è un tasso di sindacalizzazione decisamente superiore a quello dei lavoratori italiani.
Qualche cifra disaggregata per zone e categorie. Più della metà degli immigrati tesserati alla Cgil lavorano al Nord (al Centro sono 15 mila, al Sud 16 mila). Guida la classifica l'Emilia Romagna, con 21 mila tessere. La parte del leone, in questa regione, la fa la Fiom, seguita dalle categorie dell'edilizia, dell'agroindustria e del commercio.
La Cisl ha 24 mila iscritti immigrati in Lombardia, 18 mila in Lazio, 11 mila in Veneto, 10 mila in Emilia Romagna. La categoria con più immigrati è la Filca (artigianato), seguita dal sindacato dei braccianti, da quello del commercio e dai metalmeccanici.
Gli immigrati che risultano tesserati alla Uil sono concentrati nel NordEst, nel Lazio, in Lombardia e nell'Emilia Romagna. Sono in prevalenza metalmeccanici, chimici, edili e addetti all'agricoltura.