da "Il Manifesto"

03 Giugno 2001

Una casa in comune

PARMA

Una manifestazione di italiani e stranieri contro le speculazioni del mercato immobiliare

LAURA CAFFAGNINI - PARMA

 

Fame di case. A metā degli anni '70, a Parma, un comitato unitario di lotta per la casa, formato da militanti di organizzazioni extraparlamentari e di base, insieme a qualche cattolico, crearono una stagione di lenzuolate e occupazioni contro una Giunta rossa sorda al problema di molte famiglie della cittā, soprattutto emigranti dal sud. Dal 1999, il Comitato cittadino antirazzista, nato dalla sinistra antagonista, si coagula attorno al disagio dei migranti del Sud del mondo, approdati in un cittā oggi governata dal centro-destra che offre "generosamente" i lavori rifiutati dagli italiani, e difficilmente la casa. Il mercato immobiliare, a parte i casi di proprietari equi, č diviso in due nicchie: una riservata agli "autoctoni", l'altra speculatrice sui bisogni degli immigrati. Il panorama si completa con i centri di prima accoglienza del Comune, vecchi edifici occupati (quelli pubblici sgomberati regolarmente) e tendopoli sotto i piloni delle tangenziali. Negli ultimi mesi forti aumenti del canone di alloggi popolari destinati a una fascia sociale debole e la tendenza regionale verso la privatizzazione degli Istituti autonomi case popolari, hanno evidenziato che la precarietā dell'abitare non riguarda solo gli "stranieri" ma anche gli italiani. Ieri pomeriggio alle 15.30 č partito da piazzale Picelli, in Oltretorrente, un corteo colorato al quale hanno aderito diverse associazioni che si č diretto verso le sedi istituzionali, attraverso tappe significative: la sede dell'ufficio stranieri del Comune e la moschea, l'agenzia immobiliare che l'anno scorso appese in vetrina il cartello "non lavoriamo con extracomunitari", un quartiere del centro storico che raccoglie call center e alloggi fatiscenti abitati da immigrati. I temi, introdotti nella marcia e infine discussi a microfono aperto in piazza Garibaldi, approdo della manifestazione, vanno dai diritti elementari, casa e lavoro, a quelli di cittadinanza. Presenti anche alcuni abitanti del condominio di via Paisiello 14, "dove venticinque famiglie, tra cui persone anziane e disabili, affittuarie degli appartamenti di proprietā degli Istituti riuniti di assistenza per inabili e anziani (Iraia) si sono trovati raddoppiato il canone di affitto senza che l'aumento sia stato accompagnato da lavori di manutenzione sui quali l'Iraia č inadempiente da decenni. Cadono gli intonaci, persistono le barriere architettoniche, la pavimentazione del cortile č dissestata, l'ascensore e la pedana mobile che dovrebbe garantire l'accesso all'entrata del condominio ai numerosi disabili sono periodicamente guasti". Questioni diverse accomunano disagiati dell'una e delle altre nazionalitā che, proprio per questo, sostengono i membri del comitato antirazzista, non devono sentirsi antagonisti ma uniti nella rivendicazione dei diritti.