da "Il Manifesto"

17 Maggio 2001

Finita la pausa elettorale per i rom

Roma, la polizia arriva nel campo all'alba. Gli abitanti: "Che c'entriamo noi con Berlusconi?"

CI. GU. - ROMA Sono arrivati alle cinque del mattino, con i blindati, e accompagnati dalle macchine dei vigili urbani. Ricominciano i problemi - forse - per i rom di Roma: ieri il primo blitz post elettorale della polizia in un campo della capitale. Gli agenti sono arrivati nel megacampo rom di Salone, situato appena fuori città. In questo pezzo di terra nascosta dalla strada, su cui peraltro il traffico è limitato, vivono accatastate quasi mille persone. Una situazione che era indecente già qualche anno fa, quando ci viveva una nutrita comunità di rom bosniaci; ma che è diventata esplosiva quando a Salone sono stati trasferiti tutti i "residui" dello smantellamento di un altro campo storico, Casilino 700. I rom che non avevano diritto ai container allestiti per svuotare quello che fu il campo rom più grande d'Europa, infatti, sono stati accompagnati qui. Salone è diventata la casa di tutti coloro che non rientravano nell'assegnazione dei moduli abitativi (container) allestiti dal comune. E non si tratta soltanto di quelle famiglie che sono sprovviste del permesso di soggiorno, ma anche di quelle persone che - o perché single, o perché semplici coppie - non riuscivano a "riempire" un container. I nuovi arrivati sono perlopiù romeni, e proprio loro sono stati il bersaglio del blitz di ieri. Va notato, innanzitutto, che è stata ripresa la "bella" abitudine della polizia di piombare nei campi all'alba: ieri i bambini, bloccati per i controlli, non sono neanche potuti andare a scuola. La macchina di una donna incinta che si stava recando in ospedale è stata sequestrata. Ma queste sono scene consuete. Non si capisce invece per quale motivo la polizia abbia tagliato tutti i fili dell'elettricità e sequestrato i generatori con cui i rom facevano luce la sera nelle roulotte e nelle baracche. Ora sono rimasti senza luce, erano già senza acqua.Una trentina le persone portate in questura, fino alle 17 di ieri in quindici non erano ancora rientrate. Alle famiglie che chiedevano notizie i poliziotti avrebbero risposto "li portiamo a Ponte Galeria" (il centro di detenzione romano, ndr). Ieri tra i rom di Salone la domanda più ricorrente era: "Che c'entriamo noi con Berlusconi?", pare infatti che più di un agente si sia divertito ad avvertire: "ora che c'è Silvio vi imbarchiamo tutti".