da "Il Manifesto"

 

10 Maggio 2001

Razze di serie A e B

LONDRA Una legge del governo Blair consente di "trattare diversamente" alcune etnie

ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA

 

Una cosa sembrava inattaccabile e immodificabile quando il Labour party era all'opposizione: l'odio per il pregiudizio razziale. Almeno così sembrava. O forse gli allora ministri ombra del new Labour (creatura del premier Tony Blair e del suo amico Peter Mandelson) erano solo riusciti a "vendere" bene il loro prodotto, ovvero la loro ostilità alla discriminazione etnica e il loro impegno all'uguaglianza e alla giustizia razziali. Eppure in tanti avevano creduto che almeno su questo punto il new Labour non si sarebbe discostato dall'old Labour. Quattro anni di governo laburista hanno fatto però ricredere molti. I propositi di guerra contro la xenofobia e il razzismo dei Tories enunciati dall'allora ministro ombra degli interni Jack Straw sono prontamente spariti una volta che lo stesso Straw è diventato ministro "in chiaro" del governo di Tony Blair. Il new Labour ha costruito nuovi centri di detenzione per richiedenti asilo politico (anche per minorenni), ha introdotto un sistema di "dispersione" per tutti quelli che chiedono aiuto alla Gran Bretagna grazie al quale un profugo kurdo rischia di vedersi sbattere in un paesino sperduto della Scozia fino a quando la sua pratica non sarà espletata (cinque, sei anni), ha introdotto un sistema (fallimentare) di voucher per il cibo al posto di benefit in contanti per chi chiede asilo politico. L'elenco potrebbe essere lunghissimo. Il peggio però il governo laburista l'ha raggiunto in queste settimane con l'approvazione degli emendamenti alla legge del 2000 sulla relazione tra le razze. Il primo di questi emendamenti riguarda la messa al bando della discriminazione etnica da parte delle autorità pubbliche. Bene, se non fosse che esentato da questo bando è il servizio immigrazione del governo. In altre parole, gli uomini e gli uffici del ministero dell'interno possono trattare alcune etnie (non specificate) peggio di altre. Purtroppo si tratta solo dell'inizio. In un secondo articolo, infatti, viene specificato che saranno soggette "a un più rigoroso esame che altre persone nelle stesse circostanze gli appartenenti alle seguenti etnie: kurdi, rom, albanesi, tamil, somali, afgani". In altre parole gli appartenenti a queste etnie potranno essere messi in prigione, interrogati, respinti più liberamente di altre etnie perché da questo momento, per legge, sono identificati come più plausibilmente "illegali o richiedenti asilo non genuini" per usare una terminologia cara al new Labour. In comune poi alcune di queste etnie (almeno i kurdi e i rom) hanno anche qualcos'altro: non hanno patria né passaporto. E' quindi lecito aspettarsi che l'identificazione di queste persone avverrà in maniera quanto meno sommaria: si guarderanno i tratti somatici? O basterà che "sembrino" rom o kurdi? In un articolo pubblicato sul Guardian, Hugo Young sottolinea che "l'emendamento dimostra che quello che il governo del new Labour voleva era il potere di autorizzare esclusioni di massa sponsorizzate dallo stato di alcuni gruppi etnici, senza alcun rispetto della giustizia individuale. E parliamo - prosegue Young - di esclusioni di massa su scala mai vista prima in questo paese".