da "Il Manifesto"

12 Aprile 2001

Via Corelli in sciopero

I reclusi rifiutano il cibo e protestano Per solidarietà con Anghel, separato dalla famiglia

GIORGIO SALVETTI - MILANO

Anghel Gheorghe ha deciso di non mangiare. Il giovane rumeno, padre di un bimbo di otto mesi, è rinchiuso nel centro di detenzione di via Corelli per essere stato trovato senza documenti. Anghel è disperato e non accetta il provvedimento di rimpatrio forzato che lo condanna a separarsi dalla propria famiglia. Per questo da ieri ha iniziato lo sciopero della fame a oltranza. Immediatamente l'intero settore C (quello dove sono reclusi gli immigrati dei paesi dell'est) ha voluto seguire il suo esempio. Ma la protesta è destinata ad allargarsi. Da oggi infatti tutti gli stranieri detenuti nel centro di via Corelli hanno deciso di rifiutare la vaschetta con il cibo. Anghel vive (viveva) a Lucca con la moglie e il piccolo figlio, nato in Italia. Mantiene la famiglia facendo il piastrellista. Ora la sua famiglia rischia di essere disgregata e privata del suo affetto oltre che di ogni forma di sostentamento: la moglie, Cristina, non lavora. Ma la sua storia non è un caso isolato. Ieri una delegazione del Partito Umanista, che da tempo si occupa attivamente degli stranieri in via di espulsione, si è imbattuta in un altro detenuto che sta vivendo un dramma analogo a quello di Anghel. Si chiama Hanzu Lucian, è rumeno anche lui, ha 26 anni, da otto giorni è rinchiuso come un delinquente, anche lui è padre di un bambino nato pochi mesi fa a Cinisello Balsamo. Hanzu fa il muratore. Fermato alla Stazione Centrale di Milano senza documenti, sta aspettando il reimpatrio forzato. "L'applicazione meccanica della legge non può triturare le famiglie", afferma Giorgio Schultze, candidato sindaco del Partito Umanista. Secondo Schultze alcuni giudici dispensano espulsioni "senza neppure aprire i fascicoli relativi ai singoli casi e senza pensare in alcun modo alle conseguenze concrete dei loro provvedimenti". Per protestare contro "l'applicazione spietata di una legge ingiusta", e per portare la propria solidarietà agli stranieri del centro, il Partito Umanista organizza anche oggi un presidio in via Corelli (appuntamento alle 13). Gli umanisti chiedono un incontro urgente con il prefetto perché intervenga almeno per risolvere questi casi estremi. Schultze non si è rivolto solo alle autorità. Ieri ha inviato anche una richiesta ufficiale agli altri candidati alla poltrona di sindaco di Milano, invitandoli a manifestare apertamente piena solidarietà ai due padri rumeni e a prendere "una posizione chiara" sul centro di detenzione di via Corelli. E come se non bastassero i due casi di Milano, da Roma arriva un'altra segnalazione che conferma come la legge sull'immigrazione in certi casi possa accanirsi anche sui bambini. Una donna del Ghana è bloccata da cinque giorni nell'aeroporto di Fiumicino con i suoi figli di 9 e 3 anni: secondo la polizia uno dei due non è entrato regolarmente in Italia e quindi deve essere rimpatriato.