da "Il Manifesto"

11 Aprile 2001

Anghel, irregolare con figlio italiano

L'immigrato rumeno è recluso nel centro di via Corelli. Sarà espulso

DONATELLA FRANCESCONI - LUCCA

Anghel Gheorghe, rumeno, padre di un bambino di 8 mesi, recluso nel centro di permanenza temporanea di via Corelli, a Milano, verrà espulso come prevede la legge e come il tribunale di Lucca ha ordinato un anno e mezzo fa. La colpa di Gheorghe, uguale a quella di migliaia di clandestini presenti sul territorio italiano, è quella di non aver fornito alcun tipo di documento durante un normale controllo in cui è incappato il 20 aprile 1999. Otto mesi dopo il tribunale di Lucca lo condannava, in sua assenza, a quasi 5 milioni di multa e ne ordinava "l'espulsione immediata con accompagnamento", sostitutiva della pena. Era il 21 dicembre del '99 e Anghel Gheorghe continuava, ignaro, la sua vita irregolare con un lavoro fisso di piastrellista e una casa per la quale pagava regolarmente (o irregolarmente?) l'affitto. Otto mesi fa nella sua vita e in quella della sua giovanissima moglie è entrato un bambino che oggi cerca suo padre e che dovrebbe lasciare, per la legge italiana, la città che lo ha visto nascere. Questo bambino avrebbe diritto, ancora secondo le legge italiana, a essere espulso con suo padre: ma i Centri di permanenza temporanea, per quanto "umani" abbia cercato di renderli il ministro Bianco, mantengono tutte le loro caratteristiche di disumanità. Al punto che non sono adatti ad accogliere i minori che intendano esercitare il diritto sancito dall'articolo 19 del testo unico 286/98 a seguire i genitori accompagnati in patria. Anghel Gheorghe è stato assistito, a Milano, dagli esponenti del Partito Umanista e dal Centralino Sos espulsioni (02/58305757), ma il magistrato ha convalidato la permanenza nel centro di via Corelli. Sua moglie e suo figlio non sanno di che vivere, in Italia, e all'indigenza si aggiunge la sofferenza della separazione del nucleo familiare. Ma i sentimenti degli immigrati hanno un peso specifico diverso, così come le loro vite.